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Reti aziendali e progetti territoriali

WelfareNet – Ente Bilaterale Veneto Friuli VG

 

Area di intervento: Reti territoriali

  

Tipologie di strumenti: Reti/community per la predisposizione di servizi di welfare

 

Promotori: Ente Bilaterale Veneto FVG

 

Attori aderenti: imprese, enti bilaterali, enti pubblici e terzo settore

 

Fonte di finanziamento: risorse regione Veneto tramite FSE

 

Popolazione coinvolta: Lavoratori

 

 

  

Cosa?

 

WelfareNet mira alla costituzione di un network di PMI e altri attori territoriali interessati ad elaborare piani di welfare aziendale, se possibile in sinergia con le componenti sindacali.

Il progetto intende valorizzare le esperienze di welfare aziendale e territoriale innovativo già presenti sul territorio di Padova e Rovigo e, contemporaneamente, facilitare la creazione di nuovi servizi dedicati ai lavoratori, strutturandoli e rendendoli accessibili al tessuto imprenditoriale veneto, composto da piccole e piccolissime imprese.

Nello specifico, è stata prevista la creazione di:

 

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  • una piattaforma che supporti le aziende nella definizione e gestione di progetti/servizi di welfare aziendale personalizzati (il funzionamento della piattaforma prevede confronti e focus group con la leadership aziendale e con i lavoratori per l’elaborazione di proposte per le aziende ad hoc). Potranno essere realizzati quattro macro-tipologie di progetti di welfare aziendale:
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    1. servizi gratuiti offerti da enti bilaterali o enti pubblici;
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    3. servizi convenzionati erogati dai soggetti della rete;
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    5. azioni di riorganizzazione aziendale o modifica orari di lavoro;
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    7. servizi costruiti ad hoc dall’impresa sulle esigenze dei lavoratori; 
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  • Attivazione di una carta sconti (“Welfare Card) che sarà distribuita a tutti i dipendenti delle aziende aderenti al progetto per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori e rivitalizzare le piccole attività commerciali del territorio che potranno così diventare parte integrante della rete del progetto;
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  • nuove imprese/nuovi rami d’impresa per la realizzazione di servizi di welfare di cui il territorio è carente e rispondenti alle esigenze emerse dalle indagini (ad es. realizzazione di software per la gestione delle banche del tempo, centri estivi e laboratori per bambini; consegna a casa o in azienda della spesa). Le nuove aziende potranno usufruire di servizi di formazione e consulenza per l’avvio dell’impresa e saranno sostenute nell’acquisto di attrezzature, materiali e impianti (che rientrano nell’ambito del fondo FESR) oltre a venir  nella rete già esistente per facilitarne lo sviluppo.
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Come?

 

Al fine di creare reti di collaborazione solide e funzionanti, che favoriscano l’interscambio delle informazioni e del know how, sono state coinvolte realtà territoriali che possano fungere da “nodi della rete”, permettendo di allargare le relazioni in diversi ambiti fra loro non direttamente collegati.

 

Sono stati coinvolti: l’Ente Bilaterale della Provincia di Padova e l’Ente Bilaterale di Rovigo, la Fondazione Adapt, Innova Srl, a cui poi si sono aggiunti la Confesercenti di Padova e di Rovigo, Confcommercio di Padova e Rovigo, Confcooperative, le federazioni regionali e provinciali di Padova e Rovigo di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, AgForm, AGSG, la Fondazione Giuseppe Corazzin, la Camera di Commercio di Padova, Job Select, il Forum del Terzo Settore, l’ULSS 15, ETRA, l’Associazione Genitorialità e alcuni Comuni del territorio.

 

Prima di avviare le azioni per la creazione di servizi di welfare sono state realizzate due indagini:

 

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  1. mappatura dei servizi di welfare già attivi sul territorio per quanto riguarda servizi socio-sanitari, servizi familiari all’infanzia, per la cura di anziani e di portatori di handicap, servizi socio-educativi, culturali, servizi di mensa o di trasporto collettivi per gli spostamenti casa-lavoro;
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  3. un’analisi dei fabbisogni dei lavoratori del territorio in riferimento alla gestione dei tempi di vita e di lavoro e ai servizi di welfare che tenga conto delle diverse esigenze dei lavoratori che possono differire per età, genere, mansione lavorativa, legami familiari e sociali.
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Vengono coinvolte le componenti sindacali e di categoria per sperimentare un nuovo modello di contrattazione orientato a migliorare il benessere dei lavoratori.

 

Vengono coinvolte le organizzazioni del terzo settore operanti nell’ambito dei servizi alla persona perché entri no a far parte della Rete e possano promuovere i loro servizi nell’ambito di una progettazione di welfare aziendale (in questo modo si aprirà un mercato finora quasi completamente ignorato da questo tipo di strutture).

 

Si promuove , infine, come modalità di lavoro tra soggetti differenti con i quali si condividono scopi comuni la stipula di convenzioni, accordi e progetti di sviluppo. 

 

 

Perché ha successo?

 

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  • Perché  le aziende avranno la possibilità di elaborare un progetto di welfare aziendale che generi un aumento della produttività, migliori la qualità di erogazione dei servizi, ottimizzi la gestione dei costi e dei risparmi fiscali, migliori il clima e l’immagine aziendale, oltre a creare maggiori sinergie con il territorio.
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  • Perché crea Reti collaborative solide e nodi di reti che consentono di mettere in contatto realtà fra loro non direttamente collegate
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  • Perché le azioni si fondano su specifiche analisi dei bisogni dei territori e dei lavoratori e sullo stato dei servizi
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  • Perché la fornitura di servizi di welfare aziendali rivitalizza anche le realtà economiche e non profit fornitrici.
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