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Reti aziendali e progetti territoriali

Welfare Distretto di Prato – Co.Ge.F.I.S.

 

Area di intervento: welfare aziendale

  

Tipologie di strumenti: Reti territoriali per la predisposizione di servizi di welfare

 

Promotori: Co.Ge.F.I.S. (ente bilaterale formato da Unione industriale pratese, CGIL, CISL, UIL)

 

Attori aderenti: 50 imprese del settore tessile del territorio e enti bilaterali

 

Fonte di finanziamento: risorse aziendali

 

Popolazione coinvolta: Lavoratori

 

 

  

Cosa?

 

Nel territorio di Prato caratterizzato dalla presenza di piccole-medie e piccolissime imprese (solo una su cento supera i 50 addetti) è stato realizzato nell’aprile 2014 il primo esperimento italiano di welfare “di distretto” (Welfare PMI) con la finalità dicreareuna piattaforma comune per l’erogazione e gestione di servizi welfare sul territorio così da restituire alle famiglie potere d’acquisto, attraverso una contrattazione di secondo livello pensata su misura di distretto. Si intende cioè considerare l’intero distretto come un’unica grande azienda, che abbraccia circa 9mila dipendenti tessili dell’industria di modo da poter estendere anche alle aziende di piccole dimensioni quegli stessi beni e servizi offerti dalle grandi aziende.

Vengono offerti in particolare a costi ridotti:

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  • Vacanze offerte dall’azienda
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  • Babysitter per i figli dei dipendenti
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  • Visite mediche
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  • Abbonamenti teatro/palestra
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  • Rimborsi spese per libri scolastici, rette dell’asilo o dell’università
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  • Sconti per benzina, ristoranti, negozi
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Come?

 

E’ stato stipulato un accordo collettivo di 2° livello. L’esperienza costituisce infatti un modello di rete territoriale e contrattuale.

L’erogazione e la gestione dei servizi viene gestita tramite un portale online “di distretto” denominato “Crescere”, realizzato dalla società Eudaimon, a cui ogni singolo dipendente può accedere con un account personale, gestendo il proprio conto welfare direttamente dal PC di casa o dell’ufficio.

I lavoratori potranno scegliere se trasformare in misure di welfare il premio aziendale di produttività e le altre forme di salario variabile, come quello previsto a partire dal 2015 dal nuovo contratto nazionale di settore per chi non ha una contrattazione di secondo livello.

L’esperimento e l’indotto in termini di Pil è monitorato da un comitato scientifico costituito da economisti e professori universitari

 

 

 

Perché ha successo?

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  • Perché  le aziende avranno la possibilità di elaborare un progetto di welfare aziendale che generi un aumento della produttività, migliori la qualità di erogazione dei servizi, ottimizzi la gestione dei costi e dei risparmi fiscali, migliori il clima e l’immagine aziendale, oltre a creare maggiori sinergie con il territorio.
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  • Perché è accresciuto il potere d’acquisto dei lavoratori, stimabile in un risparmio di circa una mensilità del salario annuo. Si tratta cioè di un valore di beni e servizi superiore a quello monetario che sarebbe stato erogato in busta paga.
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  • Perché crea Reti collaborative solide e nodi di reti che consentono di mettere in contatto realtà fra loro non direttamente collegate
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  • Perché si tratta di una pratica replicabile facilmente anche da altri distretti
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