La rappresentanza femminile nelle posizioni manageriali delle maggiori aziende quotate italiane è del 9%, un livello molto inferiore alla peraltro bassa media europea (15% sulle prime 613 società europee quotate). In questo campione non vi sono donne che svolgono il ruolo di amministratore delegato. Considerando un campione più ampio (316 società quotate) si registrano comunque solo il 6,5% di Presidenti e il 6,8% di amministratori delegati donne. Il quadro di rappresentanza femminile migliora di poco se si considerano le posizioni di dirigente e quadro: le donne sono infatti rispettivamente il 15% e il 28 % del totale.
La pubblicazione prosegue la riflessione avviata nel corso del workshop “Il Welfare come motore dell’economia: domiciliarità e servizi alla persona”, che si è tenuto il 12 maggio 2016 a Napoli, in occasione della Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro.
L’oposcolo presenta una panoramica dello studio svolto dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) sulla mappatura delle fonti di dati amministrativi sulla violenza di genere nell’UE-28.
I dati amministrativi forniscono informazioni dettagliate su come la giustizia, la polizia, servizi sanitari e sociali rispondono agli episodi di violenza di genere. Una riflessione su ciò che viene registrato da un organismo che interagisce con una vittima o un carnefice, ma anche una riflettessione su quanto la violenza di genere non sia sufficentemente segnalata.
Questo documento delinea l’approccio che EIGE intende adottare nel corso dei prossimi quattro anni per sostenere il lavoro delle istituzioni europee e gli Stati membri per identificare i livelli di violenza contro le donne e nella formulazione delle politiche per sradicarla.
Il rapporto analizza direttiva 2012/29/EU del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012, che stabilisce norme minime riguardanti i diritti, l’assistenza e la protezione delle vittime di reato, e che sostituisce il Framework Decision 2001/220/JHA del Consiglio, chiamato anche il direttiva sui diritti ‘vittime’.
La violenza contro le donne è una realtà quotidiana per molte donne in tutta l’Unione europea e in tutto il mondo. Perlopiù le donne subiscono violenza da uomini che conoscono molto bene. La violenza è radicata nelle disuguaglianze di potere tra uomini e donne. Troppo spesso, passa inosservata e incontrastata. La Campagna del Fiocco Bianco vuole cambiare tutto questo.
Il Rapporto Mamme 2016 propone anche quest’anno un’analisi dettagliata di quello che significa oggi essere madri in Italia. Un esercizio di conoscenza indispensabile per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici su come stia diventando sempre più urgente affrontare le difficili condizioni delle madri italiane, per contribuire, attraverso la loro crescita umana e professionale, allo sviluppo del nostro paese.
Il rapporto mostra le enormi sfide che le donne continuano a affrontare per trovare e mantenere una occupazione dignitosa. Sono stati esaminati i dati di 178 paesi e nonostante negli ultimi 20 siano stati compiuti significativi progressi nel campo dell’istruzione, non sono seguiti miglioramenti comparabili per le donne a livello occpuazionale.
Il Working Papers è pubblicato nell’ambito del The Working Papers Collection of the Centre for the Study of European Labour Law “MASSIMO D’ANTONA”, forum di discussione rivolto alla comunità scientifica internazionale.
Il dossier cerca di capire se la crisi abbia contribuito a modificare alcuni squilibri del nostro paese, in due settori chiave per la crescita economica: l’istruzione (scuola e università) e il mercato del lavoro. il documento valuta l’evoluzione del gender gap prima (2004-2008) e dopo (2008-2014) l’inizio della fase recessiva. Il calcolo di questa “doppia differenza”, una differenza nel tempo (pre-post) e una differenza di genere, permette di capire se la crisi abbia contribuito o meno ad accentuare i divari di genere.