Tenuto conto delle azioni previste dalla Strategia europea per la parità di genere, il rapporto analizza la legislazione e le politiche di genere in Italia, con particolare attenzione ai temi dell’occupazione, delle nuove misure contro la violenza, della conciliazione famiglia-lavoro e della presenza delle donne nelle posizioni apicali.
Il Word Economic Forum (WEF) ha pubblicato il report annuale per il 2014 sulla situazione del gender gap nel mondo basato sull’indice progettato per misurare il divario di genere nell’accesso alle risorse e alle opportunità nei singoli paesi. L’indice non è in grado di fotografare la situazione complessiva ma rende l’idea di quello che accade nel mondo per quanto riguarda il divario di genere in quattro aree chiave: salute, istruzione, economia e politica.
Ai primi posti, dopo la prima classificata Islanda, tutti i paesi scandinavi, in cui le politiche a tutela dei diritti femminili e il welfare sono un dato assodato.
E’ stata presentata nel corso del Convegno “Donne e Lavoro. Quale innovazione sociale per uscire dalla crisi?” promosso dalla Consigliera di Parità della Regione Lombardia la ricerca dal titolo “Definizione di un modello lombardo a sostegno dell’occupazione femminile per la promozione delle pari opportunità. Indicazioni per una strategia di sistema”.
E’ stato pubblicato lo studio EIGE – European Institute for Gender Equality “Gender equality and economic independence: part-time work and self employment”. Il report evidenzia alcune tendenze importanti: il tempo parziale facilita la partecipazione al lavoro delle donne e degli uomini, poichè facilita la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Tuttavia le donne sono sovra-rapresentate nel lavoro part-time, con un effetto negativo sulla loro indipendenza economica.
È stato recentemente pubblicato il rapporto “Lavoro e Maternità: da problema ad opportunità per ridare competitività all’Italia”, indagine realizzata da AstraRicerche per Manageritalia e Edwi HR che evidenzia quanto la maternità in azienda sia vissuta come un problema per la azienda e di conseguenza per la lavoratrice, perchè crea forte difficoltà a livello organizzativo.
La pubblicazione, realizzata nell’ambito del Progetto “Lavoro Femminile Mezzogiorno” (LaFemMe), realizzato con il contributo del PON del FSE 2007-2013. “Governance e azioni di sistema” affornta il tema dei voucher britannici, buoni per l’acquisto di servizi di cura in ottica di welfare aziendale.
L’ILO nel recente rapporto Maternity and paternity at work: Law and practice across the world, pur registrando un generale miglioramento in termini di normative a tutela della maternità e della paternità (185 i Paesi analizzati), denuncia che il 71,6% delle lavoratrici (di cui l’80% vive in Africa e in Asia), non è ancora adeguatamente tutelato.
Lo standard minimo pari a 14 settimane di congedo di maternità – di cui alla Convenzione ILO n. 183 del 2000 – è stato raggiunto dal 53% dei Paesi (nel 1994 era solo il 34%), tuttavia la forza lavoro femminile effettivamente protetta è pari al 28,4%, nonostante la percentuale delle aventi diritto ammonti al 40,6%. La differenza tra i dati è addebitabile a diversi fattori: scarsa conoscenza dei diritti; capacità contributiva insufficiente; disparità nei sistemi di sicurezza sociale; controlli inadeguati; pratiche discriminatorie; lavoro nero ed esclusione sociale.
La ricerca McKinsey & Company “Occupazione – Istruzione – Educazione: le trappole nascoste nel percorso delle ragazze verso il lavoro” presentata il 22 aprile presso il Dipartimento per le Pari Opportunità, indaga le cause dell’elevato tasso di inattività e disoccupazione delle giovani donne, non ultima la scarsa formazione tecnico-scientifica.
La raccomandazione della Commissione Europea sul potenziamento del principio della parità retributiva tra donne e uomini tramite la trasparenza ha lo scopo di fornire agli Stati membri gli oriententi che li aiutino a garantire un’applicazione migliore e più efficace del principio della parità retributiva.
Sul sito della Consigliera Nazionale di Parità sono stati pubblicati il 18 dicembre 2013 i dati riferiti ai movimenti dei rapporti di lavoro in Italia registrati nel periodo luglio-settembre 2013, contenuti nella Nota relativa al III trimestre 2013 del Sistema delle Comunicazioni Obbligatorie.