Attraverso i contributi di attiviste/i ed esperte/i di genere questa pubblicazione traccia una mappa complessa delle molestie sessuali in Europa con un focus sull’hashtag #MeToo e sulla relativa campagna attivatasi sui social media, in particolare Twitter, come strumento per comprendere i cambiamenti raggiunti e quelli ancora necessari negli stati Ue per eliminare sessismo e violenza di genere, evidenziando rischi e potenzialità dei nuovi media, e mettendo in luce la forza dei movimenti dal basso nel dare forma alla trasformazione sociale. La raccolta nasce da un progetto di ricerca intitolato “Minerva Project on Gender, Equality and Diversity” voluto dalla Foundation for European Progressive Studies (FEPS) e realizzato in partnership con MinervaLab Sapienza e Fondazione Socialismo, con il supporto del Parlamento europeo. Marcella Corsi e Giulia Zacchia ne anticipavano i contenuti in un articolo comparso su inGenere nel 2018.
Le violenze di genere sono sempre accompagnate da ragioni ideologiche e culturali: è questo l’assunto di “What will it take? Promoting cultural change to end sexual harassment”, diffuso il 17 settembre. Il documento, focalizzandosi sulle pratiche da adottare per porre fine alla mentalità che si annida dietro ai comportamenti violenti contro le donne, offre una guida rivolta a politici, datori di lavoro e università su come affrontare questa piaga sociale, assicurandosi che le esigenze delle vittime siano al centro degli sforzi. Realizzato da Purna Sen, coordinatrice esecutiva dell’Ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile (UN Women), la pubblicazione contiene anche una riflessione sulle radici culturali delle molestie sessuali di Catharine MacKinnon, femminista e docente di diritto presso l’Università del Michigan.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ha promosso tra il 2017 e il 2018 il programma Orizzonte Vela – Verso l’Autonomia allo scopo di stimolare il territorio cuneese a promuovere l’autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità intellettiva. Elisabetta Cibinel (ricercatrice del Laboratorio) e Franca Maino (direttrice) sono state coinvolte dalla Fondazione nella realizzazione di una ricerca volta a mappare le risposte pubbliche e private nel campo della disabilità intellettiva negli ambiti del lavoro, dell’abitare, del progetto di vita e qualità della vita. In particolare l’articolo 27 e l’articolo 8 del programma sanciscono per le persone con disabilità il diritto a «potersi mantenere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato» in un contesto lavorativo aperto alla diversità,vietando la discriminazione e favorendo l’impiego di tali persone nel settore pubblico e privato.
La Relazione annuale ‘ La violenza contro le donne in Lombardia – I dati dei centri antiviolenza 2017’ giunta alla III edizione, analizza i dati sulle donne vittime di violenza di genere che si sono rivolte ad uno dei 36 Centri antiviolenza abilitati all’inserimento dei dati nel nuovo Sistema Informativo dell’Osservatorio Regionale Antiviolenza – O.R.A. e fanno riferimento ai contatti e ai casi trattati nel corso del 2017.
A un anno dall’istituzione, arrivano i dati dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere. Il report per la prima volta offre un panorama esaustivo su denunce, femminicidi, strutture e le cifre inedite sugli accessi ai Pronto soccorso, oltre a dar conto del lavoro svolto nell’ultimo anno dalla Regione per la formazione degli operatori dei servizi sanitari dell’emergenza e per l’operatività e l’ampliamento dei Consultori, riportando i dati dell’Istat e del Ministero.
L’Ufficio Valutazione Impatto, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (2018), ha messo a punto una guida pratica – la prima di una nuova collana di pubblicazioni – per orientarsi tra gli aiuti disponibili a livello nazionale e nei piani di intervento regionale. Dalle case rifugio per le donne in fuga da partner violenti al codice rosa che accoglie le vittime al pronto soccorso, dalle campagne di sensibilizzazione nelle scuole ai centri per il recupero di uomini maltrattanti, ecco una ricognizione delle risorse più significative.
L’Indagine sulla sicurezza dei cittadini 2016 ha permesso di stimare il numero delle donne che, nel corso della loro vita e nei tre anni precedenti all’indagine, sono state vittime di un’altra forma specifica della violenza di genere: le molestie e i ricatti sessuali in ambito lavorativo. Vengono comprese le molestie sessuali con contatto fisico – colleghi, superiori o altre persone che sul posto di lavoro hanno tentato di toccarle, accarezzarle, baciarle contro la loro volontà – fino al tentativo di utilizzare il corpo della donna come merce di scambio, con la richiesta di prestazioni o rapporti sessuali o di una disponibilità sessuale in cambio della concessione di un posto di lavoro o di un avanzamento.
Il piano d’azione il cui obiettivo principale è quello di incoraggiare i Paesi G7 a sviluppare e attuare strategie e azioni sostenibili per la promozione della parità di genere e dell’empowerment femminile e l’eliminazione di ogni forma di discriminazione e violenza subita dalle donne nel corso della loro vita privata e professionale
L’oposcolo presenta una panoramica dello studio svolto dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE) sulla mappatura delle fonti di dati amministrativi sulla violenza di genere nell’UE-28.
I dati amministrativi forniscono informazioni dettagliate su come la giustizia, la polizia, servizi sanitari e sociali rispondono agli episodi di violenza di genere. Una riflessione su ciò che viene registrato da un organismo che interagisce con una vittima o un carnefice, ma anche una riflettessione su quanto la violenza di genere non sia sufficentemente segnalata.
Questo documento delinea l’approccio che EIGE intende adottare nel corso dei prossimi quattro anni per sostenere il lavoro delle istituzioni europee e gli Stati membri per identificare i livelli di violenza contro le donne e nella formulazione delle politiche per sradicarla.