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Maternità, paternità, cura dei familiari e conciliazione dei tempi

Congedo Papà (nascita, adozione o affidamento del bambino)

By Maternità, paternità, cura dei familiari e conciliazione dei tempi

E’ stato prorogato il congedo obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti già in vigore dal 2017.  La legge di bilancio del 2020 ha aumentato da cinque a sette i giorni di congedo obbligatorio, mantenendo la possibilità di un giorno di congedo alternativo rispetto alla madre. L’indennità giornaliera del congedo può esssere fruita dal padre lavoratore dipendente entro e non oltre il quinto mese di vita dalla nascita o dall’adozione e affidamento avvenuti a partire dal 1° gennaio 2013  fino al 31 dicembre 2020. La quota deve essere richiesta on line all’Inps ed èpari al 100% della retribuzione.

(Aggiornato in seguito alla legge di bilancio 2020). 

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Premio alla nascita di 800 euro (Bonus mamma domani)

By Maternità, paternità, cura dei familiari e conciliazione dei tempi

Il premio alla nascita di 800 euro (bonus mamma domani) viene corrisposto dall’Inps per la nascita o l’adozione di un minore, a partire dal 1° gennaio 2017, su domanda della futura madre. La presentazione della domanda è rivolta alle donne in  gravidanza o alle madri che versano in una situazione di parto, affido/adoziaone; la madre deve essere regolarmente redidente in Italia e la domanda deve essere presentata in via telematica all’Inps. 

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Assegno di natalità (Bonus Bebè) per i nati nel 2018

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Il Bonus Bebè è un assegno mensile erogato dall’Inps destinato alle famiglie con un ISEE non superiore ai 25.000 euro, per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2018. Il beneficio è stato istituito dall’articolo 1, commi 125-129, della legge di Stabilità 2015. L’articolo 1, commi 248 e 249, della legge di bilancio del 2018 ha riconosciuto il beneficio anche per i nuclei familiari con un ISEE non superiore ai 25.000 euro, in favore dei nati e adottati nel 2018 fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso a seguito dell’adozione.

 

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Assegno di natalità (Bonus Bebè) per i nati nel 2018

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l Bonus Bebè è un assegno mensile erogato dall’Inps destinato alle famiglie con un ISEE non superiore ai 25.000 euro, per ogni figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2018.
Il beneficio è stato istituito dall’articolo 1, commi 125-129, della legge di Stabilità 2015.
L’articolo 1, commi 248 e 249, della legge di bilancio del 2018 ha riconosciuto il beneficio anche per i nuclei familiari con un ISEE non superiore ai 25.000 euro, in favore dei nati e adottati nel 2018 fino al compimento del primo anno di età o del primo anno di ingresso a seguito dell’adozione.

 

 

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Bonus asilo nido e forme di supporto presso la propria abitazione

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Il bonus asilo nido rappresenta un contributo che spetta ai figli nati dal 1° gennaio 2016 di massimo 1.000 euro, per il pagamento delle rette di asili nidi pubblici e privati. E’ previsto anche il pagamento di un bonus in favore dei bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie per servizi di assistenza domiciliare. Il bonus è stato introdotto all’interno dell’articolo 1, comma 355, della legge dell’11 dicembre 2016.
L’articolo 1, comma 488, legge 30 dicembre 2018, n. 145 ha elevato l’importo del buono annuale a 1.500 euro per gli anni 2019, 2020 e 2021.Il premio è corrisposto direttamente dall’INPS su domanda del genitore.

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Direttiva europea sul Work life balance – relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza

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La direttiva è relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza. Essa abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio e stabilisce prescrizioni minime volte a conseguire la parità tra uomini e donne per quanto riguarda le opportunità sul mercato del lavoro e il trattamento sul lavoro, agevolando la conciliazione tra lavoro e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza che lavorano. La direttiva si applica a tutti i lavoratori, uomini e donne, che hanno un contratto di lavoro o un rapporto di lavoro.

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Contributo baby sitting o asilo nido: alternative al congedo parentale

By Maternità, paternità, cura dei familiari e conciliazione dei tempi

La legge del 28 giugno 2012, n. 92, ha introdotto in via sperimentale per il triennio 2013-2015 la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità ed entro gli 11 mesi successivi, in alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting oppure un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati, per un massimo di sei mesi.

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Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale

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Nella Risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2016 sulla creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale (2016/2017(INI)), oltre a riaffermare il diritto alla conciliazione, vengono date importanti raccomandazioni sulle richieste di congedi di paternità, congedi per chi presta attività di cura, standard inerenti i sevizi assistenziali per anziani e disabili, lavoro a distanza.

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Divieto di licenziamento della lavoratrice madre e obbligo di convalida per dimissioni o risoluzioni consensuali di lavoratori con figli

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Per garantire alla lavoratrice gestante o madre la tranquillità psicologica necessaria in gravidanza e nel primo periodo di maternità è stabilito il diritto alla conservazione del posto di lavoro per un periodo predeterminato dalla legge, con conseguente nullità del licenziamento intimato alla lavoratrice dall’inizio del periodo di gestazione fino al compimento di un anno di età del bambino, con alcune eccezioni:  il datore di lavoro provi  l’esistenza di una giusta causa a motivo del licenziamento (la colpa grave della lavoratrice), si sia verificata la cessazione dell’attività dell’azienda cui la lavoratrice è addetta; siano state ultimate le prestazioni per le quali la lavoratrice è stata assunta o sia scaduto il termine del contratto di lavoro oppure il periodo di prova si sia risolto con esito negativo (se però il datore di lavoro non sia a conoscenza dello stato di gravidanza). Spetta però al datore di lavoro l’onere di provare il verificarsi di una di queste ipotesi.

 

 

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