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Welfare aziendale e conciliazione

Un lavoratore su 3 cura mamma e papà (di Cristina Casadei, il Sole 24 Ore, 2 ottobre 2019)

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A qualcuno non accade, perché la vita regala autonomia ai propri familiari fino alla fine. A molti, però, sì, accade che la mamma ottantenne non cammini più o il papà, purtroppo, sia alle prese con una malattia degenerativa. Ed è così che vanno ad ingrossare le fila dell’esercito dei caregiver, ai più invisibile, ma molto numeroso. Si compone di 8 milioni di persone che si occupano di familiari non autosufficienti. È un esercito silenzioso che svolge un lavoro sociale importantissimo e da anni, attende una legge che ne risconosca il ruolo.

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Premi di produttività: a settembre il welfare aziendale era presente nel 53% dei contratti attivi (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 01 ottobre 2019)

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Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso disponibile un nuovo report relativo ai contratti aziendali e territoriali che prevedono premi di produttività. Stando al documento del Ministero – con dati aggiornati al 16 Settembre 2019 – dal 2016 sono 50.004 gli accordi di secondo livello firmati nel nostro Paese che hanno previsto istituti premiali. I contratti attualmente attivi sono invece 15.874; di questi, 12.355  sono contratti aziendali e 3.519 a contratti territoriali. In merito alle tematiche trattate, 12.062 accordi si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 8.940 di redditività, 7.340 di qualità, 1.924 prevedono un piano di partecipazione e 8.314 prevedono misure di welfare aziendale. 

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Allianz: bambini in ufficio con mamma o papà per le vacanze scolastiche estive grazie all’innovativo progetto Allianz Time with Kids (di Allianz, 28 giugno 2019)

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Per venire incontro alle esigenze familiari durante il periodo delle vacanze scolastiche estive, Allianz – il Gruppo assicurativo guidato dall’Amministratore Delegato Giacomo Campora – ha riaperto le porte della Torre Allianz di Milano e della sede di Trieste per i figli e le figlie dei dipendenti. Avviato nell’estate 2018 e ripreso durante le festività natalizie e pasquali, l’innovativo progetto di welfare aziendale Allianz Time with Kids – dedicato ai bambini delle scuole elementari di età compresa tra 6 e 11 anni – prevede un vero e proprio campus multidisciplinare realizzato negli spazi appositamente allestiti nelle sedi principali dell’azienda e interamente gratuito per i dipendenti. L’edizione estiva 2019 è iniziata il 10 giugno e si concluderà il 6 settembre con l’inizio dell’anno scolastico. Tra giochi, compiti per le vacanze, merende e molte altre attività coordinate da educatori professionisti, i bambini sono sempre a contatto visivo con i genitori che lavorano a pochi metri da loro; solo una vetrata, infatti, separa il campus multidisciplinare dalle postazioni di lavoro. In questo modo i genitori possono osservare i propri figli mentre si divertono e socializzano con gli altri bimbi.

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Welfare Aziendale, il risparmio per lo Stato che il nuovo Governo non deve sprecare (di Emmanuele Massagli, ilsussidiario.net, 30 agosto 2019)

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Anche al Meeting di Rimini si è parlato di welfare aziendale. È la prima volta che a questo argomento viene dedicato uno specifico momento di approfondimento nell’ambito della più frequentata delle kermesse culturali italiane. Una manifestazione solitamente abbastanza indifferente alle mode (ne sono la prova i titoli delle diverse edizioni, assai lontani dai ritornelli delle canzoni-tormentone tipiche della stagione). Il motivo per cui la Compagnia delle Opere ha deciso di discutere del nesso tra le politiche di welfare e una migliore conciliazione tra vita professionale e vita privata non è quindi la mediaticità dell’argomento, ma il reale e sempre crescente interesse che anche le sue imprese manifestano per questa originale politica di gestione delle persone. È un’ulteriore riprova dell’inarrestabile crescita del welfare aziendale, tanto tra le grandi quanto tra le piccole imprese, sia al Nord che al Sud Italia, nei settori industriali così come in quelli dei servizi.

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Hera, assunzioni e più welfare. Dalla sanità alle assunzioni: destinati 4,2 milioni ai dipendenti (di Gruppo Hera, 8 agosto 2019)

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La persona al centro. “I lavoratori sono la nostra principale risorsa” premette Tomaso Tommasi di Vignano, presidente esecutivo del Gruppo Hera. Per la multiutiity non è uno slogan. “I nostri dipendenti – osserva Tommasi – contribuiscono ogni giorno ai risultati in costante crescita dell’azienda”. Ecco perchè il gruppo “continuerà  investire in un ambito strategico come le risorse umane”. Dei 9mila dipendenti complessivi, il 96,2% può contare su un contratto a tempo indeterminato e nl 2018 sono state assunte 460 persone.

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Perché investire nel benessere dei dipendenti è una mossa vincente (di giuntiaccademy, 22 marzo 2019)

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Se non esiste una ricetta infallibile per il successo di un’azienda, ci sono però ingredienti che si rivelano indispensabili per migliorarne le performance. Uno di questi è il welfare aziendale: universo di servizi e benefit che il datore di lavoro offre per incrementare il benessere del dipendente e della sua famiglia attraverso una diversa ripartizione della retribuzione. La soddisfazione delle persone interne a un’organizzazione è un fattore determinante per un business sano e in crescita perché va ad agire sulla motivazione e sul senso di appartenenza. Oggi il welfare in azienda rappresenta uno dei principali strumenti a disposizione del mondo HR per promuovere il work life balance del capitale umano e per aumentarne il potere d’acquisto.

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Asilo nido aziendale: una possibilità anche per le piccole imprese? (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 08 luglio 2019)

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Più asili nido e più posti nelle scuole materne favoriscono l’occupazione femminile. Il rapporto, per certi versi scontato, è stato recentemente evidenziato da un’indagine effettuata dalla Fondazione Openpolis, che mostra come nelle regioni in cui la presenza di asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia copre almeno il 30% dei bambini della fascia 0-3 anni – come ad esempio Valle d’Aosta, Umbria, Emilia Romagna e Toscana – il tasso di occupazione femminile supera il 60%. Ancora lontano dai livelli europei (66,5%), ma comunque più alto della media italiana (52,5%).

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Un buon piano di welfare parte dalla comunicazione: l’esperienza di Bofrost (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 04 giugno 2019)

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Lo scorso 30 maggio si è tenuto “Welfare Revolution”, evento promosso da Edenred Italia allo scopo di premiare le imprese che negli ultimi anni si sono contraddistinte nel campo del welfare aziendale. Tra le realtà che si sono aggiudicate uno dei premi in palio c’è anche Bofrost, nota realtà che si occupa della vendita diretta di prodotti alimentari surgelati. La società che in Italia conta 50 filiali e 10 call center, per un totale di 2.136 dipendenti, è stata insignita del premio “Welfare Explorer” proprio grazie alla sua lunga esperienza nel campo del welfare e degli interventi rivolti al benessere organizzativo.

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Il welfare aziendale? Interessa solo ai lavoratori più ricchi (di Linkiest, 06 febbraio 2018)

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Con i salari bloccati e la “fame” di reddito, operai e lavoratori manuali preferiscono qualche soldo in più in busta paga rispetto ai servizi integrativi. Così il welfare aziendale rischia però di aumentare e non ridurre le disuguaglianze tra lavoratori. Tra i servizi preferiti, quelli sanitari. Con i salari bloccati e la “fame” di reddito, operai e lavoratori manuali preferiscono qualche soldo in più in busta paga rispetto ai servizi integrativi. Così il welfare aziendale rischia però di aumentare e non ridurre le disuguaglianze tra lavoratori. Tra i servizi preferiti, quelli sanitari. Solo nel settore privato potrebbe valere 21 miliardi di euro, quasi uno stipendio in più all’anno. Dopo anni di sperimentazione, il primo rapporto Censis-Eudaimon sullo stato del welfare aziendale in Italia fa il tagliando a uno strumento che ritroviamo ormai nel 40% dei contratti attivi (anche se le aziende che hanno sottoscritto contratti che prevedono una misura di welfare sono in realtà molte di meno). 

 

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Poco welfare aziendale, meglio i premi di risultato (di Redazione PMI.It, 22 marzo 2018)

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Osservatorio Welfare: i dipendenti italiani preferiscono i premi di produttività in denaro ed esercitano poco l’opzione di conversione in servizi di welfare aziendale.
I dipendenti italiani preferiscono non trasformare i premi di risultato (salario di produttività) in prestazioni di welfare aziendale: l’opzione prevista in Legge di Bilancio incentiva la conversione in benefit dei premi in denaro, ma solo il 19% dei lavoratori ha finora deciso di rinunciare ad una busta paga più pesante. C’è giusto un 10% che chiede la liquidazione della somma in busta paga. Tutti gli altri (il 71%) non fanno nulla, che in pratica significa rinunciare ai flexible benefit. I dati sono forniti dall’Osservatorio di Easy Welfare, in base alle scelte effettuate dai dipendenti delle aziende che utilizzano la sua piattaforma online.

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