Negli ultimi anni sono diventate sempre di più le imprese che hanno avviato azioni per aiutare le dipendenti ma anche altre donne. Spesso la violenza contro le donne è sinonimo di abusi domestici perché avviene tra le mura di casa, per mano di un marito, di un compagno o di un ex. Domestico non significa però privato. Perché la violenza condiziona e stravolge tutti gli aspetti e gli spazi della vita di chi la subisce. Compreso quello lavorativo. È per questo che negli ultimi anni sono diventate sempre di più le aziende che, all’interno dei propri programmi di corporate social responsability, hanno iniziato a interrogarsi sul loro ruolo e sulle azioni da intraprendere per aiutare le dipendenti – ma anche altre donne – ad affrontare e portare in superficie una tragedia che di privato ha ben poco.
Giunge a conclusione la seconda edizione di We Go!, il progetto di Action Aid che in quattro paesi europei ha coinvolto oltre 70 imprese in un percorso di sensibilizzazione sull’indipendenza socio-economica per le donne che subiscono violenza. C’è una condizione comune che spesso impedisce alle donne di uscire da una situazione di violenza. È l’essere economicamente dipendenti dal partner e anche per questo non riuscire a interrompere la relazione abusiva e violenta.
Quando a luglio dell’anno scorso, in Cds, cominciammo a pensare ad un impegno progettuale in tema di donne ed economia, avevamo un obiettivo ambizioso: avviare una riflessione, al femminile, partendo dall’ambito economico per arrivare ad analizzare tutti i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu in chiave di genere; una riflessione che partisse da un assunto preciso e dalla volontà di porlo in discussione: quello dell’”universalità androcentrica del sapere”, intesa come un sapere a senso unico, anzi a genere unico, con l’uomo quale paradigma universalistico di oggetto e soggetto.
Diminuire il divario di genere è parte dell’agenda 2030 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, soprattutto in relazione all’incidenza femminile nell’ambito delle materie STEM. L’acronimo STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics – indica tutti quei campi di studio e posizioni lavorative nella tecnologia, nell’informatica, nella matematica e nelle scienze fisiche, un ambiente in cui le donne sono una categoria fortemente sottorappresentata.
La violenza contro le donne come «esito estremo delle disuguaglianze di genere». Maria Cecilia Guerra lo ha scolpito nero su bianco nella premessa al Bilancio di genere del ministero dell’Economia, a cui la sottosegretaria di Leu ha lavorato con determinazione durante i mesi dell’emergenza. Martedì 20 ottobre, illustrando slide, grafici e tabelle alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato nel corso di un’audizione informale, l’economista ha spronato il governo a far presto: «Occorre urgentemente adoperarsi per estirpare le radici culturali che rendono la violenza contro le donne socialmente accettabile e la tengono sommersa». Stereotipi duri a morire, che rendono il mondo femminile più fragile e persino più esposto alla recessione da Covid: «Shecession», per dirla con un neologismo anglosassone. Stando all’ultimo Rapporto Caritas, le donne che hanno chiesto aiuto da maggio a settembre, subito dopo il lockdown, sono state il 54,4% contro il 50,5% del 2019.
Sappiamo che le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. L’obiettivo 5 dell’agenda ONU 2030 fornisce le linee su cui i governi devono concentrare i loro sforzi. È dunque necessario agire concretamente questa sfida epocale e universale: cambiare tutto, oppure perdere irreparabilmente la possibilità di guardare al futuro, di investire sul futuro, anche in termini creativi. Si tratta allora di andare ben oltre la questione di parità di genere o di giustizia sociale. Infatti per l’Obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030, la parità di genere, l’emancipazione e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze non è un tema tra gli altri, ma il TEMA strategico che trasversalmente segna tutti gli altri obiettivi. Nessuno di essi può esser affrontato senza quella lente di genere che prevede un ruolo attivo, di protagonismo e di empowerment delle donne, nessuna società può prosperare se spreca, disperde, saccheggia la metà delle sue risorse umane.
Con un titolo tra l’apodittico e il provocatorio, siamo arrivate al penultimo dei sei incontri di approfondimento promossi da CDS Cultura e Centro Donna Giustizia in occasione della ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che le due associazioni hanno voluto declinare con un focus particolare sulla violenza economica. Il 4 dicembre, in diretta Facebook, nell’ormai consueta “finestra” che è diventata la nostra location virtuale, si affacciano in collegamento le nostre ospiti odierne: Jessica Morelli – Presidente di Impresa Donna di CNA Ferrara – Formatrice, imprenditrice della fotografia e della comunicazione social e web – Daniela Oliva – Presidente di IRS Istituto per la Ricerca Sociale e Direttrice dell’Area Politiche della formazione e del Lavoro e “animatrice” del network Gender Community e Angela Travagli – Assessora al Lavoro, alle Attività produttive, al Patrimonio alle Fiere e Mercati del Comune di Ferrara/Libera professionista consulente del lavoro/Componente del Comitato scientifico degli Stati generali delle donne in Hub. Subito dopo il saluto di apertura di Cinzia Bracci Presidente del CDS Cultura, è Paola Poggipollini del Direttivo CDS a prendere il coordinamento del tavolo e ad introdurre il tema in discussione, che ha per focus l’imprenditoria al femminile, ma che ben presto si allarga a considerazioni di largo respiro di carattere culturale, politico e sociale.
Grazie alla piattaforma Zoom, diventata la nostra nuova location virtuale, siamo pronte per il quarto collegamento della maratona progettuale ideata, promossa e organizzata da CDS Cultura e Centro Donna Giustizia – in collaborazione con UDI e CGIL, CISL e UIL, patrocinata da ASviS, Comune e Provincia di Ferrara e Regione Emilia Romagna – in occasione della ricorrenza della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Alla presenza di Cinzia Bracci e Paola Castagnotto, Presidenti rispettivamente di CDS Cultura e Centro Donna Giustizia, sono collegate oggi le relatrici Luisa Rosti, economista, e Alessandra Pescarolo, storica. Chi scrive, nel ruolo di coordinatrice del tavolo, ha compito facile nell’illustrare il progetto nella sua complessità, perché ormai frequentemente ripetuto nelle numerose occasioni precedenti, ma che è necessario riprendere e ricordare per favorirne un miglior approccio all’inquadramento generale. Infatti, come è stato già ampiamente illustrato nelle aperture agli eventi precedenti, le due associazioni, CDS e Centro Donna Giustizia, si sono unite in una sinergia d’intenti per focalizzare la propria specifica competenza su un aspetto mirato della violenza, quella economica: il Cds Cultura contando sulla propria specificità di associazione a vocazione prevalentemente socio-economica, e il Centro Donna Giustizia, di Centro Antiviolenza specializzato nel contrasto alle violenze sulle donne.
Peccato che i report scritti a conclusione degli incontri che si stanno svolgendo nel ricco programma di eventi proposti da CDS Cultura e CDG-Centro Donna Giustizia, non possano esprimere esaurientemente l’energia progettuale e la ricchezza di saperi che si colgono nelle conversazioni, nei dibattiti e nelle interlocuzioni, che, nelle varie dirette pubblicate nella pagina facebook di CDS Cultura, le nostre ospiti esprimono dal vivo con l’eccellenza delle specifiche competenze, pur nella difficoltà dei collegamenti on line! Il resoconto che segue quindi, vuole costituire un modo per appuntare le tante sollecitazioni colte, senza l’ambizione della completezza del tanto emerso e senza, ovviamente, il calore e il colore delle esposizioni. Parliamo dell’evento di venerdì 20 novembre, con la presentazione del libro “Violate” di Graziella Priulla, in vivace conversazione con Paola Castagnotto, Presidente del Centro Donna Giustizia (disponibile sulla pagina Facebook e su YouTube).
La vocazione economica che caratterizza il CDS Cultura e che ne ha fatto, nel panorama associativo locale, un punto di riferimento in termini di competenza e credibilità, quest’anno si è posta al servizio di un approfondimento e di una riflessione che parte dall’economia per toccare i temi della violenza economica. L’occasione è offerta dalla partecipazione alle celebrazioni della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che il CDS celebra in occasione della presentazione della brochure dedicata al “Goal 5 = Parità di genere”, quale integrazione dell’Annuario Socio Economico 2020 declinato sui temi dello Sviluppo Sostenibile, secondo l’Agenda 2030 dell’ONU.