Le aziende stanno investendo così tanto nel welfare aziendale tanto da delineare i contorni di una nuova figura professionale: il welfare manager.
Le aziende stanno investendo così tanto nel welfare aziendale tanto da delineare i contorni di una nuova figura professionale: il welfare manager.
I riposi giornalieri sono dei periodi di interruzione giornaliera del lavoro durante i quali è consentito al genitore che ne fruisce di uscire dall’azienda. Possono beneficiarne le madri lavoratrici (anche adottive o affidatarie) con contratto di lavoro subordinato e, in via alternativa, i padri lavoratori (anche adottivi o affidatari) con contratto di lavoro subordinato.
Un pacchetto di benefit opzionali (aggiuntivi rispetto ai benefit di base di natura sanitaria) a supporto della genitorialità. Si tratta cioè di misure che intendono facilitare le esigenze di cura ma anche più in generale supportare le spese che l’avere dei figli comporta.
Il decreto interministeriale del 5 ottobre 2012 riconosce ai datori di lavoro privati incentivi da destinare al sostegno dell’occupazione dei giovani (fino a 29 anni di età) e delle donne di qualunque età. La misura, che ha carattere straordinario, prevede 12.000 euro in caso di trasformazione di un contratto a tempo determinato in tempo indeterminato e riguarderà i rapporti di lavoro stabilizzati o attivati entro il 31 marzo 2013.
AGGIORNATO a seguito del Messaggio INPS n. 8820 del 30 maggio 2013.
L’Avviso è stato pubblicato il 17 aprile dalla Provincia di Bologna e permette attualmente di finanziare azioni formative a favore dei lavoratori nell’ambito dell’Asse Adattabilità.
E’ finanziabile nello specifico.
– la Formazione per lavoratori deboli;
– la Formazione a supporto dell’innovazione tecnologica ed organizzativa;
– la Formazione a supporto dell’innovazione tecnologica ed organizzativa – accesso individuale;
– la Formazione per imprenditori e Formazione per filiere e reti .
– la “Formazione per lavoratori provenienti da aziende in crisi o ristrutturazione – con procedura just in time”
La Commissione propone una direttiva per portare a un minimo del 40% le donne nei board, entro il 2020. Viviane Reding vince la sua battaglia, dopo una spaccatura in Commissione. I nodi del dibattito, nell’intervento di una delle promotrici della legge italiana, che dice: i numeri ci stanno dando ragione.
Le aziende sono state molto lente nell’assumere più donne come direttori dei consigli di amministrazione. Secondo una relazione dell’UE, però, il periodo tra ottobre 2010 e gennaio 2012 ha visto i maggiori progressi per migliorare l’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione delle aziende. Anche se le cifre sono ancora notevolmente basse, questo sviluppo denota un punto di svolta ed è considerato collegato al più intenso dibattito pubblico iniziato dalla Commissione europea e dal Parlamento europeo nei loro inviti ad agire. In alcuni Stati membri questi sono stati seguiti da passi concreti per accelerare il cambiamento.
Per cambiare la cultura occorre agire su una combinazione di fattori. Ma nella discussione politica non se ne vede traccia.
La crisi allarga la forbice delle disuguaglianze. Lo rileva l’Ilo (International Labour Office) nel suo “Global Employment Trends 2012”, Ma in Italia, le donne ai vertici resistono meglio. Anzi, Manageritalia ha rilevato che dal 2009 al 2011 le dirigenti donna nel nostro paese sono aumentate del 15,4%.
Occorre detassare il lavoro delle donne e un uso più flessibile del part-time sia per gli uomini sia per le donne in modo da riequilibrare i ruoli nella famiglia.