A partire dalla notizia che ha fatto il giro del mondo suscitando pareri contrastanti riguarda il colosso statunitense Yahoo, che avrebbe detto “no” al telelavoro sollecitando i dipendenti a prendere una decisione “in” o “out”, l’articolo presenta diverse opinioni, a favore e non, di questa nuova formula lavorativa.
L’Europa riunita al capezzale dell’occupazione, cerca un piano per creare posti di lavoro per giovani e donne. Le riforme dell’accesso al mercato del lavoro sono una strada? Una coppia di grafici dell’Ilo mette in dubbio una ricetta corrente: che abbassare la qualità serva ad aumentare la quantità di lavoro.
Con la crisi si avvicinano tassi di occupazione e salari di donne e uomini, perché i maschi stanno peggio e perché le donne stavolta non sono state il “cuscinetto” del mercato del lavoro. Tuttavia, si rischia anche di allontanare o svuotare le politiche per l’eguaglianza.
L’articolo sintetizza le principali conclusioni tratte dal rapporto “L’impatto della crisi economica sulle donne e sugli uomini e sulle politiche di uguaglianza di genere” elaborato dallo European Network of Experts on Gender Equality (ENEGE).
Consistono in un periodo aggiuntivo per il congedo di paternità, un elevato il numero dei permessi retribuiti ed integrato il trattamento remunerativo previsto per i congedi parentali se fruiti dai padri. Si tratta di iniziative che permettono al padre lavoratore stare accanto ai figli appena nati e che possono portare nel contempo a una più equa suddivisione delle responsabilità familiari nella coppia.
Le discriminazioni di genere nel lavoro sono vietate in qualsiasi forma, diretta o indiretta, dal “Codice delle pari opportunità” (D. Lgs 198/2006), e sue modifiche (Legge di stabilità 2013).
Per “discriminazione diretta”(Codice P.O., art. 25) si intende qualsiasi atto, patto o comportamento che produca un effetto pregiudizievole discriminando le lavoratrici o i lavoratori in ragione del loro sesso e, comunque, il trattamento meno favorevole rispetto a quello di un’altra lavoratrice o di un altro lavoratore in situazione analoga.
La “discriminazione indiretta”(Codice P.O., art. 25) si concretizza invece quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di particolare svantaggio rispetto a lavoratori dell’altro sesso, salvo che riguardino requisiti essenziali allo svolgimento dell’attività lavorativa e purché l’obiettivo sia legittimo e i mezzi impiegati per il suo conseguimento siano appropriati e necessari.
Congedo di paternità esteso a sei mesi, con assegno garantito dallo stato; più posti negli asili nido, e con orari più flessibili; denunce più snelle contro la violenza di genere, e garanzia pubblica sugli alimenti non pagati dagli ex. La Francia prepara una legge quadro per l’eguaglianza tra donne e uomini, a tutto raggio.
Sulla conciliazione “andiamo oltre il part-time, costa troppo”.
“Bisogna agire subito, senza perdere tempo. Scegliere e fare si può”. Commenta così la Consigliera nazionale di Parità Alessandra Servidori l’annuncio del ministro del Lavoro Enrico Giovannini di costituire una commissione per approntare un piano sulla conciliazione vita-lavoro delle donne.
I buoni introdotti della riforma Fornero sono ormai realtà. Ma le perplessità sono ancora tante: perché darli solo alle madri, senza incentivare una condivisione dei compiti di cura, e perché renderli alternativi al congedo di maternità, intaccandone il diritto? E può funzionare un sistema che ti da i soldi (pochi) e scappa (nessun controllo sull’uso dei buoni)?
I buoni introdotti della riforma Fornero sono ormai realtà. Ma le perplessità sono ancora tante: perché darli solo alle madri, senza incentivare una condivisione dei compiti di cura…
Attraverso un portale internet sono offerti ai dipendenti servizi esterni di supporto ai dipendenti e ai loro familiairi in modalità care emergency (soddisfatta dall’azienda) e in modalità ordianaria (a carico del dipendente).