E’ prevista la possibilità di astenersi dal lavoro, per un massimo di tre mesi (90 giorni di attività lavorativa) per motivi legati ai percorsi di protezione. E’ garantita l’intera retribuzione e il periodo di congedo è computato ai fini dell’anzianità di servizio a tutti gli effetti, nonché ai fini della maturazione delle ferie, della tredicesima mensilità e del trattamento di fine rapporto (Circolare INPS n.65 del 15-04-2016). Con la Circolare n. 3 del 25-01-2019, l’INPS comunica l’applicazione del regime telematico per l’invio delle domande di congedo di donne vittime di violenza di genere.
Il padre lavoratore (dipendente, parasubordinato, libero professionista e lavoratore autonomo) ha diritto di astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo di maternità alternativamente alla madre per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di morte o di grave infermità della madre ovvero di abbandono del figlio, nonché in caso di affidamento esclusivo del bambino al padre. La norma si applica anche se la madre è una lavoratrice autonoma con diritto all’indennità.
(aggiornato a seguito del Decreto Legislativo attuativo del Jobs Act)
Sui contratti a tempo indeterminato 2015 (contratto a tutele crescenti) sono operative le assunzioni agevolate previste dalla Legge Stabilità 2015.
La Legge di stabilità 2015 ha previsto uno sconto dei contributi INPS per una durata massima di 36 mesi per un max di 8.060 all’anno per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2015.
In occasione dell’8 marzo AlmaLaurea ha tracciato un identikit delle performance formative e professionali delle donne laureate.
Sono state presentate mercoledì 4 marzo le misure a favore dell’imprenditoria femminile e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dalla Consigliera Giovanna Martelli e gli Assessori regionali allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Fabiani, e al Lavoro, Lucia Valente
Si terrà a Bologna primo Women Startup Weekend italiano, un’iniziativa che mira a sollecitare e supportare la nascita di nuove imprese femminili
Allo scopo di creare condizioni di maggior favore per i dipendenti, l’azienda e le RSU si sono adoperate per la stipula di convenzioni con supermercati, esercizi commerciali e servizi di vario genere (distributori, grandi magazzini, asili, etc.) per ottenere sconti e condizioni di particolare favore che consentano un risparmio economico, diretto od indiretto, a favore dei dipendenti e delle loro famiglie.
La sistematica sottorappresentanza femminile nelle istituzioni politiche è attualmente uno dei temi maggiormente dibattuti sia a livello nazionale che a livello internazionale. Questo perché le donne, costituendo all’incirca il 50% della popolazione di ogni paese, non possono essere considerate come uno dei tanti gruppi minoritari di cui si compone una società e di conseguenza le istituzioni rappresentative dovrebbero essere composte in egual misura da donne e uomini. Uno studio condotto su 25 capoluoghi di provincia indaga gli effetti delle recenti riforme sulla rappresentanza femminile.
Hanno retto meglio dei colleghi uomini alla crisi. Eppure le aziende in rosa sono ancora poche e scontano difficoltà annose legate in primo luogo all’accesso al credito. Anche se un aiuto su questo fronte arriva dal lancio di finanziamenti ad hoc a supporto dell’imprenditoria femminile. È quanto emerge da uno studio di Confcommercio secondo cui, se negli ultimi cinque anni il numero degli imprenditori si è ridotto complessivamente in Italia di oltre 205mila unità, le imprese al femminile hanno tenuto meglio rispetto a quelle a guida maschile, con 47mila unità in meno contro 158mila. Inoltre, secondo gli ultimi dati di Unioncamere, tra marzo e settembre 2014 l’imprenditoria femminile è cresciuta dello 0,8%.
Private di fondi e risorse, senza uno stipendio, impossibilitate a fare il loro lavoro ma sovraccariche di responsabilità formali: questa è oggi la situazione delle consigliere di parità. Il forte disinvestimento rende esplicito che la politica istituzionale le considera superflue e non crede nel loro operato. La domanda dunque è: sono davvero necessarie?