Per le micro, piccole e medie imprese (PMI) lombarde che hanno sede legale o una sede operativa in Lombardia nelle Province di Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia, Sondrio e Varese, la Regione Lombardia, insieme al sistema Camerale Lombardo, ha lanciato il bando “Passaporto per l’Export” per l’erogazione di contributi alle imprese volti a favorirne l’internazionalizzazione.L’iniziativa si colloca nell’ambito dell’Accordo di Programma per lo sviluppo economico e la competitività del sistema lombardo (Asse 1 – Internazionalizzazione).
Per le imprese femminili che hanno sede operativa in FVG, la Regione Friuli Venezia Giulia stanzia contributi per l’imprenditoria femminile locale, finanziando investimenti e coprendo le spese per la costituzione dell’impresa e operazioni di microcredito solo per le microimprese
Roma – Voucher per l’internalizzazione delle imprese (dal 1giugno fino ad esaurimento delle risorse)
Per le imprese (PMI) che hanno sede legale o una sede operativa a Roma, la Camera di Commercio di Roma ha presentato visto il successo della prima edizione il nuovo bando volto all’erogazione di voucher per l’internazionalizzazione.
Per le piccole e medie imprese con sede legale o unità operativa situata a Reggio Emilia, la Camera di Commercio di Reggio Emilia ha previsto l’erogazione di contributiperattivare nuovi processi di ricerca e sviluppo, mirati a potenziare innovazione e competitività.
Per le imprese (PMI) che risiedono sul territorio nazionale e che assumono un temporary export manager per almeno sei mesi, il DM Sviluppo Economico del 15 maggio 2015 in Gazzetta Ufficiale dal 19 giugno ha previsto l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’internalizzazione (1° bando).
Per garantire alla lavoratrice gestante o madre la tranquillità psicologica necessaria in gravidanza e nel primo periodo di maternità è stabilito il diritto alla conservazione del posto di lavoro per un periodo predeterminato dalla legge, con conseguente nullità del licenziamento intimato alla lavoratrice dall’inizio del periodo di gestazione fino al compimento di un anno di età del bambino, con alcune eccezioni: il datore di lavoro provi l’esistenza di una giusta causa a motivo del licenziamento (la colpa grave della lavoratrice), si sia verificata la cessazione dell’attività dell’azienda cui la lavoratrice è addetta; siano state ultimate le prestazioni per le quali la lavoratrice è stata assunta o sia scaduto il termine del contratto di lavoro oppure il periodo di prova si sia risolto con esito negativo (se però il datore di lavoro non sia a conoscenza dello stato di gravidanza). Spetta però al datore di lavoro l’onere di provare il verificarsi di una di queste ipotesi.
Il dipendente può cedere, a titolo gratuito, le proprie ferie a un collega che ne abbia necessità per motivi familiari (assistere figli minori con particolari condizioni di salute).
Le norme per agevolare la conciliazione tra famiglia e lavoro hanno avuto il via libera del Consiglio dei ministri. Si potrà sfruttare il congedo facoltativo di sei mesi non più fino agli otto anni del bambino ma fino ai 12, oppure chiedere il part-time al posto del congedo parentale per lo stesso periodo. Vige un solo limite: le misure sono finanziate per il 2015. Il decreto sulle «Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro dovrà quindi essere rifinanziato ogni anno.
Il governo approva i decreti attuativi sul Jobs Act. Cosa cambia in tema di conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro? La scheda di inGenere in dieci punti.
L’articolo illustra l’accordo Nazionale di telelavoro domiciliare e progetto sperimentale di telelavoro satellitare sottoscritto dall’ente previdenziale lo scorso 15 ottobre 2014 e illustrato in una circolare dell’INPS del 27 febbraio 2015. Il nuovo accordo integra il precedente del 2007 siglato con le organizzazioni sindacali e riconosce definitivamente il telelavoro domestico quale forma di flessibilità della prestazione lavorativa. Il caso dell’INPS è di grande importanza per due ragioni.