Vi sentite libere di diventare madri? Madri libere? O libere di scegliere di non essere pienamente donne, e non madri? E voi, padri, siete liberi di crescere i vostri figli? Una scelta difficile, perché ancora non è pienamente compiuto il cambiamento di percezione: da ostacolo (al lavoro prima ancora che alla carriera) a risorsa, per la vita personale, familiare, per la crescita sociale, per il benessere del Paese. Non possiamo non chiederci perché l’Italia sia il Paese Ue con il tasso di natalità più basso in assoluto (8 per mille rispetto a una media di 10 per mille, ha comunicato pochi giorni fa Eurostat, che ha rilevato 485.800 bimbi nati in Italia nel 2015). Quali gli ostacoli? E cosa si sta muovendo per rimuoverli? Ricomincia da queste domande il seminario organizzato dal gruppo parlamentare del Pd alla Camera dei deputati. E a un anno dalla prima edizione (di cui aveva scritto qui Titti Di Salvo), il confronto si sposta ora sul welfare aziendale, come una delle strade percorribili.
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White Ribbon Campaign (EIGE, aprile 2016)
Strategic framework on violence against women 2015-2018 (EIGE, Agosto 2015 – Updated on 10 June 2016)
An analysis of the Victims’ Rights Directive from a gender perspective (EIGE, Aprile 2016)
Woman At Work – Rapporto ILO 2016
Introduzione Welfare Aziendale
L’adesione alla rete è gratuita. Per aderire a Gender Community Network è necessario compilare il modulo (FORM) inserendo le informazioni richieste che consentiranno allo staff di Gender Community Network di contattare il referente dell’Azienda. Le aziende che aderiscono a Gender Community Network sottoscrivono la Carta “IL VALORE DELLE DIFFERENZE”, accettandone i valori ed i principi.
I dirigenti e i dipendenti vanno sempre più a caccia welfare aziendale. Ma attenzione, ce ne sono vari titpi: «Ci sono misure che si concentrano sui bisogni essenziali dei lavoratori, misure che sono sensibili ai bisogni collaterali dei lavoratori, misure relative a contesti sensibili alla integrazione fra la dimensione professionale e quella familiare, istituti in contesti connotati dalla rilevante presenza di personale immigrato, finalizzati a promuovere l’integrazione ». A spiegare le varie modalità in cui il welfare aziendale si può declinare è Tiziano Treu, ex ministro del lavoro nei governi Dini e Prodi I negli anni Novanta, nel volume “Welfare aziendale 2.0”, da poco in libreria.
L’azienda Camst offre borse di studio, del valore di 1000 euro netti, assegnate alle migliori medie di libretto degli studenti figli dei dipendenti che frequentano un corso di laurea delle Università pubbliche o private riconosciute dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. sono in corso con il piano di studio ed hanno una media di libretto pari o superiore al 26/30.
L’azienda Camst eroga un bonus universitario ai soci lavoratori e/o ai loro figli che frequentano un corso di Laurea e sostengono un certo numero di esami (si intendono esami con voto in 30esimi, escluso tirocini, laboratori, esami con soli crediti)
La Carta OK, riservata ai dipendenti e ai soci lavoratori, è una carta fedeltà che consente di accedere a sconti del 20% per le consumazioni nei ristoranti e self-service su tutto il territorio nazionale. Lo sconto è esteso a tutti gli accompagnatori.
L’azienda Camst eroga un contributo a fondo perduto ai dipendenti con i redditi più bassi e con figli in età scolare. Il contributo è differenziato in base al numero dei figli presenti nel nucleo familiare.
Nella XXVIII edizione del Premio Marisa Bellisario “Donne ad Alta Quota” è stata assegnata ad Hera la Mela d’Oro nella categoria “Azienda women friendly”, per le importanti e innovative politiche e strategie a favore della crescita e del benessere delle donne in azienda.