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Gender Community

Solo metà delle madri laureate lavora full time (di Data Journalism Infodata, Il Sole 24 Ore, 15 giugno 2019)

By Occupazione femminile e condizioni di lavoro

“Oggi la donna è indipendente, lavora, e per questo non fa più figli”. Falso, oltre che offensivo. Una nota di Istat resa nota in questi giorni mostra che in dieci anni la quota di coppie (con o senza figli, dove lei ha fra i 25 e i 64 anni) dove entrambe le persone lavorano è passata dal 40% al 44% del totale. Una crescita insignificante, addirittura nulla al sud, dove il 26% delle donne in coppia ha un lavoro, anche se non è detto che questo basti comunque per essere indipendente. Non che altrove le cose vadano molto meglio: oggi è occupato il 55% delle donne in coppia al nord e il 50% di quelle che vivono nel centro Italia.  L’incidenza e? ancora piu? bassa in quelle, specie nel Mezzogiorno, in cui la donna ha conseguito un titolo di studio basso e nelle coppie con due o piu? figli.

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La Finlandia è leader della flessibilità lavorativa, dice la BBC (di Percorsi di Secondo Welfare, 3 settembre 2019)

By Flessibilità organizzativa ed oraria sul lavoro

Flessibilità oraria, lavoro agile e telelavoro sono pratiche diffuse ormai da decenni in Finlandia. A evidenziarlo è un recente articolo pubblicato sul sito internet della BBC. Nel contributo si spiega che – oltre all’influenza della cultura scandinava – la diffusione di tali interventi di livello aziendale è stata favorita dal Working Hours Act, Legge del 1996 che ha introdotto la possibilità per l’azienda di prevedere delle “finestre” di entrata e uscita flessibili. Nell’articolo si sottolinea come – secondo una recente ricerca – circa il 92% delle imprese in Finlandia offra la possibilità ai propri dipendenti di organizzare in maniera autonoma e flessibile la giornata lavorativa.

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Come tre donne hanno cambiato la moda: la storia delle Sorelle Fontana (di Letizia Redaelli, l’Officiel, 7 giugno 2018)

By Gestione e valorizzazione della risorsa femminile in azienda

Tra il 1911 e il 1915, nel piccolo paese di Traversetolo vicino a Parma, nascono tre piccole donne destinate a scrivere la storia della moda italiana: Zoe, Micol e Giovanna che il mondo, molti anni dopo, imparerà a chiamare come le Sorelle Fontana. Giovanissime, imparano le prime armi del mestiere nella sartoria materna ed è Zoe, la maggiore, a trasferirsi a Roma nel 1936 dove, di lì a poco, inizia a lavorare alla sartoria Zecca. In un attimo, viene raggiunta anche dalle sorelle e se Micol Fontana fa un apprendistato dalla sartoria Battilocchi, Giovanna cuce in casa gli abiti. Nella storia delle Sorelle Fontana ci sono diversi punti di svolta: il primo avviene nel ’43, quando decidono di mettersi in proprio e di aprire una sartoria in via Liguria.

 

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Francesca, avvocata aggredita. Ma noi non abbiamo paura, insieme a lei (di Silvia Belloni, il Corriere della Sera, 5 luglio 2019)

By Contrasto alla discriminazione e alla violenza

Vi voglio raccontare la storia di una cara amica, avvocata come me che si occupa da tempo di temi legati alla tutela dei diritti delle donne e dei soggetti fragili. Si chiama Francesca, il nome non è di fantasia, anzi vorrei rimanesse scolpito nelle vostre memorie. Francesca, oltre a difendere molte donne nelle separazioni, nei giudizi riguardanti i figli e nelle vicende legate al Tribunale per i Minorenni, è impegnata quale vicepresidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Milano a portare avanti le istanze delle colleghe e dei colleghi nella lotta in ogni fattispecie in cui si evidenzino fattori di rischio discriminatorio. 

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Un buon piano di welfare parte dalla comunicazione: l’esperienza di Bofrost (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 4 giugno 2019)

By news

Lo scorso 30 maggio si è tenuto “Welfare Revolution”, evento promosso da Edenred Italia allo scopo di premiare le imprese che negli ultimi anni si sono contraddistinte nel campo del welfare aziendale. Tra le realtà che si sono aggiudicate uno dei premi in palio c’è anche Bofrost, nota realtà che si occupa della vendita diretta di prodotti alimentari surgelati. La società che in Italia conta 50 filiali e 10 call center, per un totale di 2.136 dipendenti, è stata insignita del premio “Welfare Explorer” proprio grazie alla sua lunga esperienza nel campo del welfare e degli interventi rivolti al benessere organizzativo.

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Lavorare 4 giorni alla settimana (ma a stipendio pieno). Ecco le aziende dove si può fare (di Iolanda Barera, L’Economia, 28 maggio 2019)

By Flessibilità organizzativa ed oraria sul lavoro

Perpetual Guardian si occupa di estate planning da più di 135 anni e oggi ha uffici ai quattro angoli della Nuova Zelanda con più di 140.000 clienti. Ma in America e in Europa (Uk in prima fila) se ne parla per un motivo che con trust & company ha ben poco a che fare. Di cosa si tratta è presto detto: i suoi dipendenti da qualche tempo possono scegliere di lavorare solo quattro giorni alla settimana, senza alcuna decurtazione alla busta paga. La decisione è stata presa definitivamente dopo otto settimane di sperimentazione e risultati positivi, non “solo” per il work-life balance, ma da tutti i punti di vista, compreso il profitto: ha segnato addirittura un +20%.

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Un buon piano di welfare parte dalla comunicazione: l’esperienza di Bofrost (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 04 giugno 2019)

By Welfare aziendale e conciliazione

Lo scorso 30 maggio si è tenuto “Welfare Revolution”, evento promosso da Edenred Italia allo scopo di premiare le imprese che negli ultimi anni si sono contraddistinte nel campo del welfare aziendale. Tra le realtà che si sono aggiudicate uno dei premi in palio c’è anche Bofrost, nota realtà che si occupa della vendita diretta di prodotti alimentari surgelati. La società che in Italia conta 50 filiali e 10 call center, per un totale di 2.136 dipendenti, è stata insignita del premio “Welfare Explorer” proprio grazie alla sua lunga esperienza nel campo del welfare e degli interventi rivolti al benessere organizzativo.

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Perché investire nel benessere dei dipendenti è una mossa vincente (di giuntiaccademy, 22 marzo 2019)

By Welfare aziendale e conciliazione

Se non esiste una ricetta infallibile per il successo di un’azienda, ci sono però ingredienti che si rivelano indispensabili per migliorarne le performance. Uno di questi è il welfare aziendale: universo di servizi e benefit che il datore di lavoro offre per incrementare il benessere del dipendente e della sua famiglia attraverso una diversa ripartizione della retribuzione. La soddisfazione delle persone interne a un’organizzazione è un fattore determinante per un business sano e in crescita perché va ad agire sulla motivazione e sul senso di appartenenza. Oggi il welfare in azienda rappresenta uno dei principali strumenti a disposizione del mondo HR per promuovere il work life balance del capitale umano e per aumentarne il potere d’acquisto.

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Asilo nido aziendale: una possibilità anche per le piccole imprese? (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 08 luglio 2019)

By Welfare aziendale e conciliazione

Più asili nido e più posti nelle scuole materne favoriscono l’occupazione femminile. Il rapporto, per certi versi scontato, è stato recentemente evidenziato da un’indagine effettuata dalla Fondazione Openpolis, che mostra come nelle regioni in cui la presenza di asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia copre almeno il 30% dei bambini della fascia 0-3 anni – come ad esempio Valle d’Aosta, Umbria, Emilia Romagna e Toscana – il tasso di occupazione femminile supera il 60%. Ancora lontano dai livelli europei (66,5%), ma comunque più alto della media italiana (52,5%).

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“Il welfare aziendale è una iattura. Spunti per un welfare aziendale efficace per l’azienda e per le persone” (di Alberto Perfumo, 2018)

By Welfare aziendale e conciliazione

“‘Il welfare aziendale è una iattura’, mi ha detto un candidato durante un colloquio, riportando la frase di un amico impiegato presso una grande azienda. Ma come? Durante la selezione per una società che offre servizi e consulenza in ambito welfare aziendale e mentre in giro non si parla d’altro, un lavoratore dice che si tratta di “una iattura”? In realtà, l’affermazione non mi ha sorpreso: da mesi rifletto sul boom del fenomeno welfare aziendale. Con i miei 16 anni di esperienza nel settore ho sentito la necessità di una riflessione seria sull’argomento. E mi piace pensare che questa riflessione possa essere utile ad altri.”

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