Tra i bancari le quote rosa sono il 46,2% e negli ultimi vent’anni sono cresciute di oltre il 15%. Poche però le donne che hanno incarichi di vertice. Il rinnovo del contratto dei bancari sembra aver imboccato la sua strada e la trattativa serrata dei prossimi giorni dirà se Abi e i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) riusciranno a costruire un equilibrio sostenibile per tutti. Il presidente del Casl di Abi, Salvatore Poloni, spiega che le parti stanno «lavorando per cercare di avere il contratto entro la fine dell’anno. Tutte le trattative complesse hanno sempre un decollo complicato, gli argomenti sono tanti. Arriva il momento in cui si individuano i pilastri fondamentali, poi l’accelerazione viene spontanea. I tempi sono maturi per un’accelerazione».
Parte all’Università Statale di Milano, in via sperimentale per il 2019, un’azione di supporto economico a favore del personale tecnico amministrativo e bibliotecario – a tempo determinato e indeterminato – e dei collaboratori ed esperti linguistici con familiari non autosufficienti. Si tratta di un rimborso delle spese sostenute per i servizi di assistenza, residenziali e domiciliari – come RSA e “badanti” – destinati al coniuge o parte dell’unione civile, a genitori, figli, suoceri e fratelli in possesso di una certificazione di non autosufficienza prevista dall’art. 3, comma 3 della Legge 104/1992. L’entità del rimborso è definita in base al calcolo dell’ISEE del richiedente: si va da un massimo di 12.000 euro fino ad un minimo di 150 euro. Il contributo è previsto da un accordo, firmato il 31 ottobre 2019, dal Rettore, Elio Franzini, dal Direttore generale, Roberto Conte, e dalle rappresentanze sindacali, e si prevede di renderlo pienamente stabile nel corso del 2020.
Discriminate. Oggetto di atteggiamenti sessisti. Pagate meno. La vita per le donne nel mondo del lavoro, si sa, è dura. Meno noto è il fatto che questo fenomeno sia perdente anche dal punto di vista degli affari. Diversi studi hanno dimostrato il legame positivo tra presenza signifcativa di donne ai vertici e i risultati di bilancio: un rapporto che le imprese cominciano a tenere d’occhio, anche se la strada appare ancora lunga. Lo confermano i risultati del sondaggio di Dla Piper (azienda multinazionale di servizi legali presente in oltre trenta Paesi ) realizzato da Carmen Chierchia e Raffaella Quintana, fondatrici di Law, gruppo di lavoro formato da professioniste che si occupa di leadership femminile, e Valore D, un’associazione che promuove l’equilibrio di genere in Italia.
Discriminate. Oggetto di atteggiamenti sessisti. Pagate meno. La vita per le donne nel mondo del lavoro, si sa, è dura. Meno noto è il fatto che questo fenomeno sia perdente anche dal punto di vista degli affari. Diversi studi hanno dimostrato il legame positivo tra presenza signifcativa di donne ai vertici e i risultati di bilancio: un rapporto che le imprese cominciano a tenere d’occhio, anche se la strada appare ancora lunga. Lo confermano i risultati del sondaggio di Dla Piper (azienda multinazionale di servizi legali presente in oltre trenta Paesi ) realizzato da Carmen Chierchia e Raffaella Quintana, fondatrici di Law, gruppo di lavoro formato da professioniste che si occupa di leadership femminile, e Valore D, un’associazione che promuove l’equilibrio di genere in Italia.
Carenza di attenzione, giorni di assenza dovuti a permessi “per malattia” in realtà legati alle percosse, ritardi, scenate violente di uomini che vogliono minare la posizione lavorativa delle loro compagne o di ex che tentano di intercettarle: la violenza domestica ha un impatto negativo sul lavoro delle donne. Un ambiente di lavoro che non è in grado di leggere quello che sta succedendo e di sostenerle rischia di diventare un fattore aggravante, legittimando la violenza e indebolendo ulteriormente le donne che ne sono vittime. È un dovere delle organizzazioni costruire uno spazio sicuro per le donne, e non legittimare l’uso della violenza per ottenere potere e controllo né dentro né fuori dagli uffici.
Il 21 giugno 2019 resterà una data importante perché segna l’adozione, da parte della Conferenza Internazionale del Lavoro, dei primi strumenti internazionali sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro: la Convenzione n.190 e la Raccomandazione n.206 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), agenzia specializzata delle Nazioni Unite. Si tratta del risultato di oltre otto anni di intensi dibattiti e duro lavoro che hanno preceduto il movimento #MeToo, e da questo hanno tratto ulteriore impulso e legittimità. Per oltre tre anni, il Consiglio di amministrazione dell’OIL ha discusso se fosse necessario e opportuno adottare nuove norme internazionali in materia, e se le medesime dovessero focalizzarsi esclusivamente sulla violenza e le molestie di genere nel mondo del lavoro o dovessero adottare un approccio più ampio.
Nel decreto interministriale n. 371/2019 vengono individuati, per il 2020, i settori e le professioni, caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25 per cento la disparità media uomo-donna, sulla base delle elaborazioni effettuate dall’Istat in relazione alla media annua del 2018. I settori e le professioni individuate, elencate all’interno delle tabelle del decreto, si riferiscono al settore privato e sono collegate alla concessione di incentivi di cui all’articolo 4, comma 11, della legge 28 giugno 2012, n.92 per l’anno 2020.
Come ogni anno Gender Community Network è impegnata nell’organizzazione di momenti di riflessione, di approfondimento e scambio su tematiche di interesse delle aziende aderenti. Per questo nuovo anno abbiamo il piacere di organizzare, in collaborazione con Work Wide Women e grazie all’ospitalità del Gruppo Unipol, il Workshop “GAME TRAINING – Giocare fa la DIFFERENZA”, un momento di incontro e di riflessione su Diversity & Inclusion e sull’importanza del game training.
Il bando mette a disposizione contributi a fondo perduto a favore delle imprese, con sede legale nell’area metropolitana di Bologna, amministrate da donne con figli nati tra il 1/1/2020 ed il giorno di invio della domanda, al fine di sostenere le spese necessarie per conciliare tempi di vita e di lavoro e non abbandonare l’attività imprenditoriale. Ai fini del presente regolamento per donne imprenditrici si intendono le donne:
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- titolari di impresa individuale;
- socie amministratrici di società di persone;
- legali rappresentanti o consigliere delegate di società di capitali.
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Il bando della Camera di Commercio di Bologna mette a disposizione contributi in favore delle imprese, con sede legale nell’area metropolitana di Bologna, amministrate da donne con figli nati tra il 1/1/2020 ed il giorno di invio della domanda, al fine di sostenere le spese necessarie per conciliare tempi di vita e di lavoro e non abbandonare l’attività imprenditoriale. I contributi sono assegnati a fondo perduto, in un’unica soluzione nella misura del 50% delle spese ammissibili. Ogni impresa può ottenere un solo contributo per un massimo di € 12.500.