La maggiore flessibilità del tempo di lavoro è un elemento importante della Strategia UE sull’Occupazione. Le aziende devono essere più flessibili per rispondere ai cambiamenti improvvisi della domanda di lavoro e adattarsi alle nuove tecnologie così da rimanere competitive. La flessibilità è inoltre richiesta dai dipendenti, soprattutto donne, che necessitano di flessibilità nell’orario di lavoro per far fronte ai problemi di conciliazione. Questo rapporto realizzato da FGB, EGGE nel 2009 per la Commissione Europea (Directorate General of Employment, Social Affairs and Equal Opportunities) fornisce una panoramica delle misure di flessibilità dell’orario di lavoro adottate nei 27 Paesi UE e i 3 Paesi SEE-EFTA, analizzate in ottica di genere.
Opinion on flexible and part-time working arrangements and the gender dimension of the labour market
Il parere è stato elaborato dall’ Advisory Committe on Equal Opportunities for women and men nel 2010.
Lo scopo del parere è quello di esaminare gli aspetti positivi e negativi del lavoro flessibile e del part-time con riferimento alla dimensione di genere e tenendo conto della varietà di situazioni a livello degli Stati europei. Il parere fornisce indicazioni su come ridurre gli svantaggi del lavoro a tempo parziale sia per dipendenti che per i datori di lavoro in un’ottica di flessicurezza e ne promuove un maggiore utilizzo a tutti i livelli.
La promozione della parità di genere è al centro delle politiche sociali ed economiche dell’Europa. Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, le disuguaglianze tra donne e uomini permangono. Questo manuale rappresenta la risposta della Commissione a tale impegno. La pubblicazione realizzata dalla Direzione Generale Occupazione, Affari Sociali e Pari Opportunità analizza le politiche di mainstreaming nel campo dell’occupazione e dell’inclusione sociale ed intende fornire una guida che possa migliorare l’implementazione delle politiche di mainstreaming di genere degli stati membri, rispondendo più efficacemente alle esigenze dei cittadini, sia uomini che donne.
Lo scopo dello studio è quello di migliorare la comprensione dell’impatto socio-economico dei sistemi pensionistici sulla differente situazione di uomini e donne. Viene presentato un quadro di ciò che avviene all’interno dei 27 Stati membri, i tre paesi SEE / EFTA e i tre paesi candidati (Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Turchia). L’analisi si basa sui dati forniti dagli esperti nazionali della rete EGGSI di esperti in parità tra i sessi, inclusione sociale, assistenza sanitaria e care a lungo termine, ed è completato da una vasta analisi della letteratura e dei dati comparativi disponibili. Concentrandosi sulle disuguaglianze di genere, lo studio pone l’adeguatezza delle pensioni al centro della discussione.
I divari di genere sono presenti in tutte le sfere della vita economica e comportano grosse perdite in termini di produttività e standard di vita delle persone. Il nuovo rapporto dell’ OCSE si concentra sul modo migliore per colmare tali gap di genere in quattro ambiti specifici:
1) Parità tra i sessi, norme sociali e politiche pubbliche;
2) istruzione e formazione;
3) occupazione;
4) Imprenditorialità.
Il documento illustra il programma di lavoro della Commissione europea in materia di pari opportunità di genere per il periodo 2010-2015. Annesso alla strategia è il documento che indica le azioni individuate per la sua implementazione.
Regione Lombardia ha pubblicato a dicembre 2012 un bando rivolto alle persone per sostenere la conciliazione famiglia – lavoro (sezione II del bando) mediante l’erogazione della cd. dote conciliazione che agevola l’accesso ai servizi di welfare.
Il rapporto pubblicato dalla Commissione europea (Directorate General for Justice) e realizzato da IRS-FGB, ENEGE Network, affronta il tema delle conseguenze della crisi su uomini e donne dal punto di vista sociale ed economico. L’analisi che coinvolge 33 Paesi europei e fa riferimento al periodo compreso tra il 2005 e il 2012, propone un’analisi approfondita su come l’inclusione riguardi l’occupazione, la povertà e svariati aspetti del sociale (tra cui l’istruzione, l’alloggio, la sanità e l’assistenza a lungo termine).
La Regione Lombardia ha pubblicato a dicembre 2012 un bando rivolto alle imprese per finanziare progetti di servizi alle imprese volti a sostenere il welfare aziendale ed interaziendale (sezione I del bando). Il bando e il decreto 12138 del 13 dicembre 2012 – “Approvazione delle indicazioni per la partecipazione alle iniziative di welfare aziendale e interaziendale e alla dote conciliazione servizi alla persona” (Burl n. 51 del 18 dicembre 2012) sono stati pubblicati in attuazione della DGR del 25 ottobre 2012 n. 4221 “Misure a sostegno del welfare aziendale ed interaziendale e della conciliazione famiglia-lavoro in Lombardia”.
Sulla base della Legge 12 luglio 2011, n. 120 “Modifiche al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, concernenti la parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati”, che prevede che i consigli di amministrazione e gli organi di controllo delle società quotate e delle società controllate pubbliche non quotate debbano essere composti da 1/5 di donne dal 2012 e da 1/3 di donne a partire dal 2015, il Comune di Reggio Emilia ha emanato un avviso per la costituzione di banche dati di curriculum di donne, disponibili a fare parte di consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società sopracitate. Si tratta di una misura volta ad agevolare concretamente la promozione delle risorse femminili in posizioni al vertice nelle aziende.