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Perché in un Paese maschilista come l’Italia le donne studiano più materie scientifiche (di Francesca Maria Lorenzini, The Vision, 9 dicembre 2020)

Diminuire il divario di genere è parte dell’agenda 2030 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, soprattutto in relazione all’incidenza femminile nell’ambito delle materie STEM. L’acronimo STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics – indica tutti quei campi di studio e posizioni lavorative nella tecnologia, nell’informatica, nella matematica e nelle scienze fisiche, un ambiente in cui le donne sono una categoria fortemente sottorappresentata. Secondo una media globale del World Economic Forum, meno del 30% delle studentesse intraprende un percorso universitario o post-universitario in questo campo. Inoltre, stando ai dati dell’Unesco del biennio 2014-2016, solo il 3% degli studenti che si iscrivono a corsi di ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) è donna, dato che si ferma al 5% per i corsi di Matematica e Statistica, e all’8% per Ingegneria.

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