Skip to main content
news

Call Convegno “Attraversamenti delle maschilità. Cura, corpi, pratiche”

Attraversamenti delle maschilità
Cura, corpi, pratiche
Università di Bergamo – 19 e 20 ottobre 2017

Studi recenti hanno messo in evidenza cambiamenti e trasformazioni delle maschilità, a partire da nuovi investimenti di sé nell’esperire la paternità a nuove forme di cura del corpo maschile (Boni 2004). Al contempo, i dati mostrano come gli uomini presentino ancora più alti tassi di morbilità e mortalità e minori pratiche salutiste rispetto alle donne, sia nei termini di stili di vita corretti, sia più in generale di prevenzione (Mahalik et al. 2007). Il presupposto da cui sono partite diverse ricerche su questo tema è che ci sia correlazione tra maschilità, norme di genere e salute degli uomini (Addis, Mahalik 2003) e che il concetto di virilità possa essere utile nella comprensione dei comportamenti non salutari e delle pratiche a rischio (Courtnay 2000).
Se il concetto di maschilità egemonica può risultare interessante per spiegare la riluttanza degli uomini a cercare aiuto sanitario (Noone, Stephens 2008), e non solo, e la socializzazione di genere aiuta a trovare nessi tra pratiche a rischio e arene maschili (Courtnay 2000), occorre anche considerare come le variabili socio-demografiche e le dimensioni di contesto possano notevolmente modificare tali atteggiamenti (Tannenbaum, Frank 2011) e, più in generale, interrogarsi sul concetto e sulle pratiche di cura.
In quest’ottica, intendiamo “cura” nel senso più ampio del termine, che comprende il lavoro di riproduzione sociale – nelle relazioni affettive e familiari e in quelle sociali e comunitarie – e la cura di sé come tecnologie del sé (Foucault 1992) che riguardano il rapporto con corporeità ed emozioni e la costruzione delle soggettività. Senza dimenticare quella declinazione specifica usata/abusata inerente a quella peculiare azione umana (Arendt 1958) che ha a che fare con l’attenzione, il rispetto e la dedizione gli/le un* agli/alle altr*, in un movimento circolare di cura come care; aver cura e prendersi cura, degli/le altr* e di sé.
Le trasformazioni e i conflitti che si sviluppano, per esempio, attorno alla paternità sono paradigmatici di diversi posizionamenti maschili di fronte a un cambiamento spesso percepito, a livello di senso comune e di opinione pubblica, come crisi dei ruoli e dei modelli tradizionali dei generi: una crisi che – se narrata dai discorsi come una perdita, uno “scippo” – diventa fonte di angoscia e di rancore, quando invece potrebbe rappresentare un’opportunità (Ciccone 2012). La vicenda dei padri separati è parte più generale di una trasformazione del ruolo e del modello classico di padre tradizionale messo in discussione contemporaneamente dalla crisi sociale ed economica e dal presunto declino del patriarcato. La contestazione dell’affidamento dei/le figli/e alle madri, in caso di separazione, espressione contraddittoria di una grande sofferenza diffusa, è divenuta terreno concreto per dare visibilità a una “rivalsa” maschile che non sempre si traduce, però, in disponibilità a mettere in discussione e/o a rinunciare ai propri privilegi e potere, fuori e dentro la famiglia (Deriu 2007; Petti, Stagi 2015). La presa di parola pubblica dei padri che rivendicano un ruolo nella cura e una relazione affettiva con i propri figli e le proprie figlie è e potrebbe rappresentare una novità nello scenario tradizionale di uomini che proiettavano la propria realizzazione nella dimensione pubblica e delegavano la cura alle donne. Al contempo, si affacciano sulla scena sociale e nei luoghi della collettività padri gay che esplicitano processi generativi svincolati dalla tradizionale coppia riproduttiva, esprimono pratiche di cura, mettono in discussione le norme di genere, proponendo così modalità altre di essere genitori e di essere famiglia (Trappolin, Tiano 2015).
Quanto e come le dimensioni della cura vengono incorporate nella costruzione delle maschilità richiama un più ampio dibattito sulle trasformazioni del maschile che utilizza concetti come “hybrid masculinity” (Demetriou 2001), “inclusive masculinity” (Anderson 2009) e “caring masculinities” (Eliott 2016). Sebbene tali concetti cerchino di rendere conto delle variazioni delle maschilità, problematizzano in modo diverso il rapporto con il potere e/o l’egemonia (Arxer 2011, Bridges e Pascoe 2014), in un continuum che va dal totale abbandono del dominio, alla convivenza orizzontale e “pacifica” di diversi modelli di maschilità dominanti, fino alla rivisitazione dell’egemonia stessa. Dunque, le relazioni tra maschi e cura vanno considerate nel loro chiamare in causa, in ottica intersezionale, altre dimensioni di gerarchizzazione sociale (ad esempio etnicità, sessualità, orientamento sessuale, classe sociale…), che rimandano alla multidimensionalità del rapporto con il potere/dominio e al carattere plurale e situazionale delle maschilità, siano esse egemoniche, dominanti, complici, subordinate e/o marginalizzate (Connell, Messerschmidt 2005).
Saranno apprezzati contributi che declinino il rapporto tra maschilità e cura, soprattutto in relazione a due diverse macro-tematiche, sulla base degli argomenti sotto indicati.

1) Costruzione delle maschilità:

    rn

  • salute e cura di sé (stili alimentari, sessualità, sport, estetica, stili di vita…);
  • rn

  • medicalizzazione delle maschilità (biotecnologie, corpi e fragilità…);
  • rn

  • nuove modalità di intendere e praticare la socializzazione/educazione alle maschilità;
  • rn

  • maschilità negli attraversamenti dei generi e degli orientamenti sessuali (queer, transizioni,intersex…);
  • rn

  • spazi delle maschilità (costruzione, rappresentazione, fruizioni, consuetudini….);
  • rn

  • male sex-workers (corpo, soggettivazione, percezione, visibilizzazione, narrazione…);
  • rn

  • potere e istituzioni (biopotere, eteronormatività, discriminazioni, omofobia/omoisteria…).
  • rn

rn

2) Trasformazioni e nuovi modelli di cura:

    rn

  • trasformazioni nelle pratiche del “fare/essere padri” oggi;
  • rn

  • rappresentazioni delle paternità nella produzione culturale e mediatica;
  • rn

  • paternità nei processi di separazione e di ricomposizione famigliare (biografie, diritto eteronormatività…);
  • rn

  • trasformazioni dei legami familiari omo, trans ed eteroparentali (GPA, PMA, adozioni,affidi…);
  • rn

  • processi di costruzione delle paternità omogenitoriali (aspettative sociali, vita quotidiana…);
  • rn

  • economie del maschile: le trasformazioni delle professioni di cura (educatori, medici,infermieri, dirigenti e manager…);
  • rn

  • cura nei legami affettivi (tra amici, tra amanti, figli/genitori anziani, nella coppia…);
  • rn

  • welfare e politiche famigliari (congedo parentale, conciliazione…).
  • rn

rn

Abstract
Si richiede l’invio di un abstract della lunghezza di massimo 1.000 parole (minimo 700) nel quale si descriva:

    rn

  • titolo e oggetto della propria riflessione;- metodologia utilizzata;
  • rn

  • risultati della (eventuale) ricerca empirica (in questo caso si accettano proposte di lavori field instato avanzato);
  • rn

  • eventuale ente di appartenenza ovvero ricercatrice/ricercatrice indipendente;
  • rn

  • contatti personali.
  • rn

rn

Si richiede inoltre una breve bio/bibliografia (200 parole al massimo) che metta in evidenza il proprio percorso biografico e scientifico rispetto ai temi del convegno.

L’Abstract dovrà essere inviato in formato word a cristiana.ottaviano@unibg.it, greta.persico@unibg.it, alessia.santambrogio@unibg.it.

Scadenze
15 giugno 2017: invio abstract
7 luglio 2017: comunicazione degli abstract selezionati
30 settembre 2017: invio della presentazione in ppt e/o di un working paper

Il comitato scientifico si impegna, dopo aver valutato la qualità delle proposte, a trovare possibilità di pubblicazione di un numero monografico in una rivista di classe A.

Responsabile scientifica
Cristiana Ottaviano (Università di Bergamo),

Comitato scientifico
Cristiana Ottaviano (Università di Bergamo), Ivo Lizzola (Università di Bergamo), Domenico Perrotta (Università di Bergamo), Greta Persico (Università di Bergamo), Alessia Santambrogio (Università di Bergamo), Raffaella Ferrero Camoletto (Università di Torino), Maddalena Cannito (Università di Torino), Chiara Bertone (Università del Piemonte Orientale), Luisa Stagi (Università di Genova), Emanuela Abbatecola (Università di Genova).

Segreteria organizzativa
Alessia Santambrogio (Università di Bergamo) alessia.santambrogio@unibg.it