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STRUMENTI

Il Bilancio di genere – Regione Emilia Romagna

La legge regionale 27 giugno 2014, n. 6 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere” prevede tra gli strumenti del sistema paritario il Bilancio di genere (Art. 36) ed il Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere (Art. 40).
La legge quadro dispone che il Bilancio di genere costituisce strumento di monitoraggio e valutazione delle politiche regionali in tema di pari opportunità, nell’ambito della complessiva valutazione delle politiche pubbliche e analizza il diverso impatto delle politiche sulla condizione di donne e uomini nei diversi settori dell’intervento pubblico.
Il Piano interno integrato delle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere, sempre secondo quanto indicato dalla legge regionale, contiene informazioni e dati qualitativi e quantitativi sulle azioni regionali in materia di pari opportunità di genere.

Il rapporto di seguito presentato è stato realizzato coordinando il lavoro per la realizzazione di entrambi i documenti: Bilancio di genere e Piano integrato in materia di pari opportunità, in modo che, pur mantenendo la propria specificità, possano integrarsi e essere strumenti di lettura l’uno dell’altro. La redazione del presente rapporto è frutto dell’impegno delle/dei componenti dell’Area di integrazione del punto di vista di genere e valutazione del suo impatto sulle politiche regionali, che raccoglie rappresentanti di tutte le Direzioni generali dell’amministrazione regionale.

Il bilancio di genere è uno strumento finalizzato a sostenere gli amministratori pubblici nella volontà di sviluppare politiche economiche che tengano conto della differenza tra uomini e donne, e che permetta di utilizzare le risorse pubbliche con sempre maggiore equità nei confronti della cittadinanza. Si basa su un ripensamento complessivo della costruzione del bilancio che prevede un riesame della struttura dello stesso. Riclassificare le voci di bilancio in un’ottica di genere consente di valutarne il diverso impatto su uomini e donne, partendo dal presupposto che le decisioni politiche che si assumono non sono neutrali rispetto al genere, ossia uomini e donne sono influenzati diversamente dalle decisioni di bilancio, a motivo delle loro diverse situazioni socio-economiche, dei bisogni individuali e delle preferenze.
Ci si riferisce alle differenze di genere proprio perché si vuole fare riferimento alle differenze tra donne e uomini non tanto in termini sessuali, quanto di ruoli, familiari, sociali, economici, professionali, che identificano ancora oggi il genere maschile da quello femminile.
Introdurre la prospettiva di genere come elemento di lettura del bilancio e come strategia di performance è fattore che può efficacemente rispondere a quegli obiettivi di ottimizzazione, di efficienza e di trasparenza delle Pubbliche Amministrazioni.
In questa logica, le pari opportunità, prima ancora di essere strumento di tutela della condizione femminile, sono da considerarsi come leva importante per il miglioramento dell’efficienza organizzativa e della qualità dei servizi, inserendosi a pieno titolo come fattore non estemporaneo, ma determinante nel processo di buon funzionamento della Pubblica Amministrazione.
Il Bilancio di Genere si configura come azione chiave per l’applicazione del gender mainstreaming, quale strumento per considerare in tutti gli interventi di carattere economico e sociale le differenze esistenti tra situazioni di vita, esigenze e interessi rispettivamente di uomini e donne.
Si tratta in ultima analisi di uno strumento con cui un’Amministrazione attraverso l’elaborazione di dati, statistiche e analisi centrate sul genere può valutare in maniera più puntuale le proprie scelte al fine di migliorare eventualmente la propria azione e se necessario ricalibrare le priorità di intervento rispetto ai bisogni delle cittadine e dei cittadini.

 

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