Nell’ambito del progetto REFLEX (Reconciliation and Flexibility: reconciling new work and care needs) ideato e coordinato dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e realizzato insieme all’Università Roma Tre e all’Istituto per la Ricerca Sociale, è stato realizzato un Catalogo delle misure e delle iniziative di conciliazione vita lavorativa e vita privata con l’obiettivo di presentare in maniera chiara e sistematica le iniziative svolte nelle imprese coinvolte nel progetto al fine di conoscere e analizzare specifiche pratiche/progettualità esistenti in azienda per tutto il personale o per gruppi specifici di lavoratrici e lavoratori.
Il Working Paper realizzato da IRES Toscana (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) in collaborazione con CGIL Toscana fornisce una prima analisi sull’impatto dello smart working nell’organizzazione di vita e di lavoro delle lavoratrici in Toscana in seguito all’emergenza sanitaria da Covid-19. La ricerca è caratterizzata da una prima parte normativa, che fornisce i riferimenti legislativi sull’utilizzo della modalità di lavoro agile, e da una una seconda dedicata all’indagine qualitativa sull’impatto dello smart working nell’organizzazione di vita e di lavoro delle lavoratrici in Toscana e delle modalità con cui si sono affrontati problemi e potenzialità del lavoro a distanza.
Le misure eccezionali adottate per la gestione dell’emergenza sanitaria hanno visto il susseguirsi di decreti che disciplinano sia la possibilità per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti di ricorrere in modo esteso al cosiddetto smart working (in deroga alla necessità di sottoscrivere specifici accordi aziendali di secondo livello) sia la possibilità di accedere a congedi parentali straordinari, per durata e per copertura del rimborso. Il decreto Legge n.30 del 13 marzo 2021 stabilisce che un lavoratore/trice dipendente, genitore di figlio/a convivente minore di sedici anni, alternativamente all’altro genitore, ha diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell’attività didattica in presenza del figlio/a, alla durata dell’infezione da Covid19 del figlio, nonché alla durata della quarantena del figlio/a disposta dal Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria locale (Asl) territorialmente competente a seguito di contatto, ovunque esso sia avvenuto.
Il gender policies report 2020 ha come tema conduttore il legame tra genere ed emergenza sanitaria. Inapp in questa fase ha elaborato una survey on line per indagare le caratteristiche e le prospettive del momento per uomini e donne, dimostrando come si siano rafforzate le criticità di genere nel mercato del lavoro e nella sfera dei rapporti economici e sociali. Il report approfondisce in particolare il tema della didattica a distanza, della sicurezza sociale in ottica di genere, del divario retributivo di genere con particolare attenzione alla persistenza degli stereotipi e al ruolo della contattazione collettiva. Viene inoltre fornito l’aggiornamento della trattazione annuale sul gender budgeting e il collegamento di questa tematica con la prospettiva di utilizzo del Recovery fund.
Sono molti gli attori sociali che possono contribuire a un maggior equilibrio tra uomini e donne nel mondo del lavoro e fra questi il sindacato, attraverso la contrattazione, riveste un ruolo di primo piano. In particolare, nella combinazione sinergica tra primo e secondo livello di contrattazione, il sindacato può fornire un contributo cruciale nel contrasto alla formazione dei differenziali retributivi tra uomini e donne e nel tradurre in sostanziale la parità formale già garantita dalla legge.
A novembre 2020 è stata approvata dalla Commissione lavoro una proposta di legge per modificare la normativa sulla trasparenza salariale in Italia. Le modifiche proposte potrebbero rendere la normativa più efficace, ma non abbastanza per avere un impatto concreto sul divario salariale. La trasparenza salariale è stata da tempo identificata come uno strumento utile per far emergere il divario retributivo tra donne e uomini, l’Unione Europea aveva già 6 anni fa introdotto la trasparenza di genere nelle retribuzioni nelle sue raccomandazioni e la trasparenza è stata inclusa nelle azioni per ridurre il pay gap nella strategia 2020-2025 sulla gender equality.
Sono aperte le candidature per l’edizione 2021 del Premio dell’UE per le donne innovatrici, istituito dal Consiglio Europeo per l’innovazione (EIC) per celebrare le donne imprenditrici in Europa come promotrici di innovazione. Il premio intende aumentare la consapevolezza della necessità di avere un maggior numero di donne imprenditrici, quali modelli per ispirare altre donne e ragazze nel coltivare il proprio talento creativo. Possono candidarsi tutte le donne residenti nell’UE o in paesi associati a Horizon Europe, che abbiano fondato o co-fondato un’azienda innovativa attiva, registrata da almeno due anni. Scadenza 30 giugno 2021.