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Monthly Archives

Febbraio 2021

Code&Tell preview, le ragazze di Girls Code It Better raccontano

By news

Aspettando il grande evento finale di GCIB che si terrà ad Aprile, le ragazze dei club delle scuole secondarie di II grado ed extra-scuola, raccontano il loro percorso creativo e di scoperta all’interno di Girls Code It Better.

Tra risparmio energetico e benessere scolastico, dalla stampa 3D alla programmazione di app, scoprirete come le ragazze hanno affrontato le sfide proposte attraverso le tecnologie più innovative.

L’evento si terrà in modalità online sabato 13 dalle ore 15 alle ore 17.30. 

 

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La rete EuGenio per le aziende del Mantovano

By Reti aziendali e progetti territoriali

EuGenio è una rete di welfare aziendale che nasce nel 2014 grazie alla volontà di otto imprese del mantovano di sperimentare, in collaborazione con gli enti locali e grazie ai contributi dei fondi regionali, modalità innovative per aumentare il benessere e la qualità di vita dei propri lavoratori. Il coordinamento e lo sviluppo di EuGenio è affidata a Variazioni srl, la società specializzata in progettazione d’interventi di welfare aziendale che mira a sviluppare alcune convenzioni sul territorio in diversi ambiti: commerciale, dei servizi, consulenza medica e legale. La rete ha potuto svilupparsi nel tempo sia grazie alle risorse di finanziamento pubblico, sia grazie alle risorse che ogni impresa coinvolta ha deciso di investire nel progetto.

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Più papà a casa per avere più mamme al lavoro (di Alessandra Casarico e Joanna Kopinska, lavoce.info, 4 novembre 2020)

By Gestione e valorizzazione della risorsa femminile in azienda

L’Italia è intrappolata da anni in un equilibrio di bassa fecondità e bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro. Nascono pochi bambini (nel 2019 ci sono state 435 mila nascite) e poche donne (soprattutto poche madri – il 54,5 per cento nella fascia di età 25-64) hanno un’occupazione. La nascita di un figlio è sicuramente un momento cruciale per la vita delle donne in generale, e per quella lavorativa in particolare, e pone le madri su un sentiero diverso rispetto ai padri (o alle donne senza figli). Diminuisce la partecipazione al mercato del lavoro, diminuiscono le ore lavorate, anche per un maggior ricorso al part-time, diminuiscono i redditi e non solo nell’immediatezza della nascita, ma anche a distanza di anni.

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Occupazione, i dati: «Il 65% delle donne con figli piccoli non lavora» (di Monica Guerzoni, corriere.it, 30 ottobre 2020)

By Contrasto alla discriminazione e alla violenza

La violenza contro le donne come «esito estremo delle disuguaglianze di genere». Maria Cecilia Guerra lo ha scolpito nero su bianco nella premessa al Bilancio di genere del ministero dell’Economia, a cui la sottosegretaria di Leu ha lavorato con determinazione durante i mesi dell’emergenza. Martedì 20 ottobre, illustrando slide, grafici e tabelle alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato nel corso di un’audizione informale, l’economista ha spronato il governo a far presto: «Occorre urgentemente adoperarsi per estirpare le radici culturali che rendono la violenza contro le donne socialmente accettabile e la tengono sommersa». Stereotipi duri a morire, che rendono il mondo femminile più fragile e persino più esposto alla recessione da Covid: «Shecession», per dirla con un neologismo anglosassone. Stando all’ultimo Rapporto Caritas, le donne che hanno chiesto aiuto da maggio a settembre, subito dopo il lockdown, sono state il 54,4% contro il 50,5% del 2019.

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Un welfare aziendale “a filiera corta” (di Valentino Santoni, Federico Razetti e Franca Maino, Percorsi di Secondo Welfare, gennaio 2021)

By Welfare aziendale e conciliazione

La crisi innescata dal Sars-COV-2 si sta rivelando un vero e proprio “stress test” non solo per la sopravvivenza e la tenuta esistenziale di individui e famiglie – in molti casi messi a dura prova sul piano sanitario, economico e psicologico – ma anche sulla capacità di resistenza di sistemi complessi quali le organizzazioni (pubbliche e private), improvvisamente costrette ad agire in un contesto radicalmente mutato. Con la drammatica brutalità di cui gli eventi dirompenti sono capaci, l’epidemia ha messo a nudo tutta la vulnerabilità della nostra società. Ha però anche evidenziato quanto persone e organizzazioni siano dipendenti tra loro e quanto la “salute” delle relazioni sociali possa fare la differenza nel resistere all’urto delle crisi, contenendone l’impatto sul benessere individuale e collettivo.

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Perché in un Paese maschilista come l’Italia le donne studiano più materie scientifiche (di Francesca Maria Lorenzini, The Vision, 9 dicembre 2020)

By Contrasto alla discriminazione e alla violenza

Diminuire il divario di genere è parte dell’agenda 2030 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, soprattutto in relazione all’incidenza femminile nell’ambito delle materie STEM. L’acronimo STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics – indica tutti quei campi di studio e posizioni lavorative nella tecnologia, nell’informatica, nella matematica e nelle scienze fisiche, un ambiente in cui le donne sono una categoria fortemente sottorappresentata.

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La svolta rosa del welfare interaziendale (di welforum.it, 11 novembre 2020)

By Occupazione femminile e condizioni di lavoro

La mancanza di servizi per la conciliazione vita-lavoro conduce ad una disuguaglianza di genere estremamente marcata in Italia. È giunto il momento di colmarla. La crisi da Covid-19 e il lockdown hanno confermato la preoccupante situazione occupazionale femminile, ancora troppo subordinata al fragile equilibrio fra vita privata e professionale. Quando il 4 maggio è stato dato il via alla cosiddetta “fase 2”, il 70% degli occupati in possesso dell’autorizzazione a tornare al lavoro appartenevano al genere maschile, mentre i settori più fragili restano quelli a prevalenza femminile. Inoltre, solo un anno fa, il rapporto dell’Organizzazione mondiale del lavoro ha rivelato che, tra il 2005 e il 2015, lo «svantaggio occupazionale dovuto alla maternità», ossia la differenza in termini di proporzione di lavoratrici adulte con figli di età inferiore ai sei anni rispetto alle lavoratrici senza figli piccoli, ha registrato un aumento del 38%.

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“L’aumento delle diseguaglianze in tempo di pandemia” a cura dell’Istituto per la Ricerca Sociale

By news

Online la raccolta curata e presentata dal direttore IRS, e vicedirettore welforum, Daniela Mesini. Si tratta del nuovo Punto di welforum.it dedicato alle diseguaglianze in tempo di pandemia. Tra i contributi due affrontano il tema del genere con un focus sulle disuguaglianze già presenti prima della crisi sanitaria, ma da essa acuite, in particolare  sull’occupazione e le prospettive di impiego delle lavoratrici rispetto ai lavoratori di sesso maschile (Daniela Oliva) e sulla violenza domestica, esplosa a causa del confinamento forzato (Daniela Loi e Flavia Pesce).

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Perché in un Paese maschilista come l’Italia le donne studiano più materie scientifiche (di Francesca Maria Lorenzini, The Vision, 9 dicembre 2020)

By news

Diminuire il divario di genere è parte dell’agenda 2030 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, soprattutto in relazione all’incidenza femminile nell’ambito delle materie STEM. L’acronimo STEM – Science, Technology, Engineering and Mathematics – indica tutti quei campi di studio e posizioni lavorative nella tecnologia, nell’informatica, nella matematica e nelle scienze fisiche, un ambiente in cui le donne sono una categoria fortemente sottorappresentata.

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«Senza una svolta serviranno 60 anni alla completa parità di genere sul lavoro» (di M.Se., Il Sole 24 Ore, 15 dicembre 2020)

By Pari Opportunità ed equilibrio di genere

Tra il 1977 e il 2018, in Italia il tasso di occupazione femminile e? aumentato di 16 punti percentuali (dal 33,5 al 49,5). L’Italia ha progredito verso la parità di genere a un ritmo più sostenuto rispetto a molti Stati Ue ma è ancora al 14° posto e se si osserva la velocita? di progressione degli indicatori, continuando di questo passo occorreranno più di 60 anni per conseguire la piena parità di genere. Guardando poi al tasso di occupazione equivalente a tempo pieno, troviamo l’Italia all’ultimo posto della graduatoria europea con un punteggio pari a 31, contro il 59 della Svezia e il 41 della media europea. Sono i risultati di uno studio sulle politiche di uguaglianza di genere sulla leadership femminile, realizzato dall’Osservatorio mercato del Lavoro e competenze manageriali di 4.Manager, strumento che fa capo a Confindustria e Federmanager.

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