ll data scientist non è un lavoro per donne. Poco pratico, adatto ai nerd dei computer, estremamente competitivo. Lo dicono le donne stesse: 81 su 100 definiscono questa professione come troppo competitiva e il 48% la ritiene di scarso impatto sulla società. Non stupisce che su 55 ragazze iscritte all’università, 35 sceglie un indirizzo scientifico-informatico (materie Stem), 25 lavora effettivamente nel settore scientifico attinente al titolo di laurea, e solo 15 diventa una data scientist. È quanto emerge dal nuovo studio di Boston Consuting Group (Bcg). “What’s Keeping Women Out of Data Science” realizzato su un campione di 9.000 studenti e neo-laureati, under-35, di 10 paesi (Australia, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Giappone, Spagna, Stati Uniti, Regno Unito).
Come recentemente emerso da un’indagine realizzata dall’Istat sui temi della conciliazione vita-lavoro (di cui vi abbiamo parlato qui), quasi 13 milioni di nostri connazionali tra i 18 e i 64 anni devono gestire responsabilità di cura legate ai bisogni di familiari non autosufficienti e alla dimensione della genitorialità. I cambiamenti del contesto socio-demografico del nostro Paese stanno producendo un impatto rilevante sui bisogni sociali degli italiani e su tutte le questioni ad essi connesse. Ciò è evidente in modo particolare se si osserva da vicino la condizione dei lavoratori italiani, i quali – oltre alle esigenze legate al lavoro – si trovano spesso schiacciati tra i carichi di cura connessi ai propri figli e quelli riguardanti i familiari anziani.
Come spesso vi abbiamo raccontato, il mondo della cooperazione e, più in generale, quello dell’imprenditoria sociale sembra aprirsi sempre di più al welfare aziendale. Sono infatti molte le cooperative che, allo scopo di investire in politiche innovative per i propri collaboratori, decidono di avviare progetti complessi, talvolta aperti anche al territorio. Come alcuni hanno sottolineato – ad esempio Franca Maino, Valentino Santoni e Elena Barazzetta nel volume “Pubblico, territoriale, aziendale. Il welfare del gruppo cooperativo CGM” oppure Pavolini in “Welfare aziendale e conciliazione. Proposte e esperienze dal mondo cooperativo” – vi sarebbero alcune qualità di questi soggetti che facilitano la sperimentazione di misure di welfare rivolte a soci e lavoratori.