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Monthly Archives

Gennaio 2020

Due donne alla guida dell’Europa: Lagarde alla Bce e von der Leyen alla Commissione (di Beda Romano, Il Sole 24 Ore, 2 luglio 2019)

By Gestione e valorizzazione della risorsa femminile in azienda

Dopo un estenuante vertice di tre giorni, tra i più lunghi della storia comunitaria, i Ventotto sono finalmente riusciti nella serata del 2 luglio a trovare un accordo sui prossimi vertici comunitari. Delle quattro cariche, due andranno ad esponenti femminili: la presidenza della Commissione europea alla democristiana tedesca Ursula von der Leyen e la presidenza della Banca centrale europea alla francese Christine Lagarde. L’intesa deve ora essere fatta propria dal Parlamento europeo. Non sarà facile. Oltre alle due signore appena citate, il quartetto prevede il Consiglio europeo al liberale belga Charles Michel e il ruolo di Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza al socialista spagnolo Josep Borrell. L’intesa preliminare – giunta sulla scia di un vertice straordinario, iniziato addirittura domenica pomeriggio – è stata il risultato di un delicatissimo esercizio di acrobazia politica.

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Manovra 2020: la normativa sul welfare aziendale resta invariata (di Valentino Santoni, Percorsi di Secondo Welfare, 4 gennaio 2020)

By Welfare aziendale e conciliazione

Come lo scorso anno, la Legge di Bilancio 2020 non ha introdotto nessuna novità sostanziale in materia di welfare aziendale. Dopo le importanti riforme previste dalle Manovre 2016, 2017 e 2018, l’interesse del Legistatore per questa materia sembra essersi dunque affievolito. La Manovra 2020, infatti, oltre alcuni interventi che riguardano il trattamento fiscale dei buoni pasto e auto aziendali, non ha toccato l’impianto su cui si basa l’attuale normativa. Come dobbiamo interpretare questa scelta? Nonostante l’attuale Governo non abbia previsto nessun intervento diretto in materia di welfare occupazionale, vi sono state alcune piccole revisioni riguardanti l’articolo 51 del Tuir, la normativa che – in linea di massima – definisce la composizione del reddito da lavoro dipendente e il suo trattamento fiscale. In particolare, a subire alcune variazioni sarà l’uso dei cosiddetti buoni pasto aziendali e delle auto ad uso promiscuo.

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Il ruolo dell’Italia nella commissione europea ( Openpolis, 23 dicembre 2019)

By Gestione e valorizzazione della risorsa femminile in azienda

Il primo dicembre del 2019 si è insediata la nuova commissione europea. Per la prima volta nella storia dell’unione, l’organo è guidato da una donna. La tedesca Ursula von der Leyen è infatti stata eletta presidente della commissione europea, 14° persona a ricoprire tale incarico dal 1958 ad oggi. La commissione è sostenuta da un’alleanza di governo molto ampia, con numerosi partiti europei a sostegno della squadra. La genesi che ha portato alla nascita della commissione, con la percentuale più alta di donne mai registrata, non è stata però priva di insidie. Il primo dato politico sulla composizione della commissione europea riguarda la rappresentanza dei paesi. In seguito alla Brexit infatti, per la prima volta dal 1973, il Regno Unito non è rappresentato nella commissione europea. Il 14 novembre, a seguito del rinvio dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e a causa del rifiuto del governo britannico di nominare un nuovo commissario prima delle elezioni del 12 dicembre, si è proceduto alla formalizzazione della squadra a sostegno di von der Leyen, senza la presenza di un politico britannico.

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THE #METOO SOCIAL MEDIA EFFECT AND ITS POTENTIALS FOR SOCIAL CHANGE IN EUROPE (di InGenere, ottobre 2019)

By Contrasto alla discriminazione e alla violenza

Attraverso i contributi di attiviste/i ed esperte/i di genere questa pubblicazione traccia una mappa complessa delle molestie sessuali in Europa con un focus sull’hashtag #MeToo e sulla relativa campagna attivatasi sui social media, in particolare Twitter, come strumento per comprendere i cambiamenti raggiunti e quelli ancora necessari negli stati Ue per eliminare sessismo e violenza di genere, evidenziando rischi e potenzialità dei nuovi media, e mettendo in luce la forza dei movimenti dal basso nel dare forma alla trasformazione sociale. La raccolta nasce da un progetto di ricerca intitolato “Minerva Project on Gender, Equality and Diversity” voluto dalla Foundation for European Progressive Studies (FEPS) e realizzato in partnership con MinervaLab Sapienza e Fondazione Socialismo, con il supporto del Parlamento europeo. Marcella Corsi e Giulia Zacchia ne anticipavano i contenuti in un articolo comparso su inGenere nel 2018.

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Liberiamo il tempo delle donne (di Erica Aloè, inGenere, 14 gennaio 2020)

By Occupazione femminile e condizioni di lavoro

Il lavoro domestico e di cura non retribuito (in inglese: unpaid care and domestic work) rappresenta un’ampia fetta dell’attività economica mondiale. Ciononostante, il suo valore continua a non venire misurato e, quindi, finisce per essere trascurato. Questo tipo di lavoro è svolto prevalentemente dalle donne e anche se le disuguaglianze di genere si sono ridotte nel corso degli anni rimangono significative. Anche negli stati che hanno fatto della parità di genere una bandiera, le donne continuano a svolgere almeno il 20 percento in più di lavoro non retribuito rispetto agli uomini. Un recente studio del Fondo monetario internazionale (Fmi) ha illustrato come la quantità di lavoro domestico e di cura non retribuito svolto dalle donne sia inversamente proporzionale allo sviluppo economico dei paesi. L’avanzamento tecnologico e la mercerizzazione economica riducono la quantità di lavoro non retribuito e permettono una crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro retribuito. Tuttavia, lo studio rileva che anche le regole sociali e il sistema di valori hanno una fondamentale importanza nel ridurre e ridistribuire il lavoro non retribuito.

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Philip Morris,la rivouzione parte dalle donne: è la prima azienda al mondo per parità salariale (di Claudio Cucciatti, la Repubblica, 20 gennaio 2020)

By Pari Opportunità ed equilibrio di genere

A livello globale, oltre il 40 per cento delle persone che lavorano per la multinazionale sono donne che ad oggi occupano il 35% per cento delle posizioni manageriali, ma i vertici dell’azienda vogliono raggiungere almeno il 40 entro i prossimi due anni. Per arrivarci si è scelto di procedere con lo stesso numero di assunzioni per i due sessi e di incrementare le promozioni rosa. Non solo nuove tecnologie, attenzione verso il cliente e utilizzo di materiali rispettosi dell’ambiente. Una delle grandi sfide per le aziende di oggi è la parità salariale tra lavoratori e lavoratrici. Un traguardo che viene sancito anche dalla certificazione rilasciata dalla no-profit svizzera “Equal Salary Foundation” tramite il controllo di un ente terzo, Price Waterhouse Coopers, che ha il potere di ritirare il riconoscimento qualora si facciano passi indietro rispetto agli obiettivi raggiunti. Philip Morris International è stata la prima multinazionale al mondo, nel marzo 2019, ad ottenere questo certificato, avendo sottoposto tutte le sue affiliate, tra cui le due italiane, al vaglio della fondazione. Un risultato che attesta come l’uguaglianza di stipendio tra uomini e donne di pari grado riguardi tutti e 77mila i dipendenti del colosso del tabacco.

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Famiglia, si studia la maternità di sei mesi (uno anche per i padri) (Il Sole 24 Ore, 17 gennaio 2020)

By Maternità e Paternità

Un allungamento del congedo obbligatorio dopo la nascita di un figlio, da cinque a sei mesi, consentendo al papà di non andare al lavoro per un mese intero. È la novità alla studio del governo che ha iniziato mettere a punto un nuovo intervento in favore delle famiglie per aiutarle a conciliare i tempi della vita tra casa e lavoro. Una prima serie di interventi il governo li ha già messi in campo con l’ultima legge di Bilancio che, ad esempio, ha portato il “permesso” alla nascita di un figlio da 5 a 7 giorni per i neopapà. Tre poi gli interventi economici: il contributo alla spesa dell’asilo nido che può arrivare fino a 3mila euro, un bonus di 400 euro per l’acquisto di latte artificiale, limitato però alle mamme che hanno specifiche patologie e non possono allattare, e – soprattutto – la modifica del bonus bebè che da quest’anno va a tutti i nuovi nati, senza che debba essere conteggiato nella dichiarazione fiscale ma tenendo conto del reddito dei genitori.

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Al lavoro solo 4 giorni la settimana? Microsoft ci ha provato. E funziona (di Biagio Simonetta, Il Sole 24 Ore, 4 novembre 2019)

By Flessibilità organizzativa ed oraria sul lavoro

Lavorare quattro giorni a settimana anziché cinque funziona. E aumenta i tassi di produttività. È il risultato di un esperimento targato Microsoft, che in Giappone ha voluto testare la settimana di lavoro più corta. Con l’iniziativa “Work Life Choice Challenge”, l’azienda di Redmond ha deciso di provare una settimana di lavoro ridotta per i suoi 2.300 dipendenti della sede di Tokyo. Un modo per promuovere un equilibrio più salutare tra lavoro e vita privata. Da qui è nata l’idea del weekend lungo: uffici chiusi venerdì, sabato e domenica per un mese (agosto 2019), così per valutare eventuali pregi e difetti di questa scelta.I risultati, come detto, sono stati sorprendenti. Secondo quanto riferito dalla stessa Microsoft, per il periodo del test la produttività (che è stata misurata in termini di vendite per dipendente) è aumentata del 39,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (agosto 2018, dunque). Un incremento significativo, insomma, ottenuto grazie a uno snellimento generale dei tempi dedicati ad alcune fasi del processo. Sono state limitate, ad esempio, le riunioni in azienda, con tempi massimi previsti di 30 minuti.

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Medicina di genere: ecco perché l’Italia è all’avanguardia in Europa (di Redazione Salute, Il Corriere della Sera, 27 novembre 2019)

By Occupazione femminile e condizioni di lavoro

Le donne soffrono di depressione da 2 a 3 volte più degli uomini, ma meno di malattie cardiovascolari (3,5 vs 4,9%) che però rappresentano la loro prima causa di morte. Uomini e donne sono diversi, anche per quanto riguarda la salute. Una conferma arriva dal Libro bianco «Dalla Medicina di genere alla Medicina di precisione», realizzato da Fondazione Onda grazie al supporto di Farmindustria e presentato a Roma. Le donne soffrono di depressione da 2 a 3 volte più degli uomini, non solo per fattori biologici, quali il ciclo ormonale e l’effetto degli estrogeni, ma anche sociali, come il multitasking (e il conseguente stress) e la violenza di genere. Al contrario, le malattie cardiovascolari, considerate quasi esclusivamente appannaggio del sesso maschile, che in effetti ne è più colpito rispetto alle donne (4,9 vs 3,5%), rappresentano la prima causa di morte delle donne (48 vs 38 per gli uomini). Alla base, c’è innanzitutto un impatto maggiore di alcuni fattori di rischio, quali fumo e diabete che ne causa una prognosi peggiore. Seppur le donne fumino in media meno degli uomini (14,9 vs 24,8%), a loro basta fumare un terzo delle sigarette dell’uomo per avere lo stesso rischio cardiovascolare; inoltre, la donna con diabete ha un rischio cardiovascolare superiore del 44% rispetto all’uomo con pari compenso glicemico.

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GENDER GAP Donne e famiglia, cosa c’è nella legge di bilancio (di Salvatore Lattanzio, lavoce.info, 15 novembre 2019)

By Pari Opportunità ed equilibrio di genere

Il tema dei divari di genere, dell’occupazione femminile e della natalità sono tornati a essere preminenti nel dibattito pubblico. E mentre in televisione – tra affermazioni, smentite e rettifiche – si discute ancora se le donne debbano “stare a casa” oppure no, il Parlamento esamina in questi giorni i provvedimenti per le famiglie contenuti nella legge di bilancio 2020. Il governo, a sua volta, ha dichiarato a più riprese la volontà di varare misure che favoriscano la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Ultimo in ordine di tempo, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha sostenuto che la legge di bilancio conterrà la gratuità degli asili nido per la “maggioranza delle famiglie italiane”, un provvedimento “importante anche dal punto di vista del sostegno all’occupazione femminile”.

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