Per le imprese femminili che hanno sede operativa in Veneto, industriali, artigiane, turistiche, commerciali e di servizi la Regione concede agevolazioni per la realizzazione di investimenti finalizzati al supporto e all’innovazione dell’attività di impresa.
L’azienda Camst offre percorsi di inserimento lavorativo, presso le proprie strutture produttive (cucine, self service, mense aziendali, etc.) dislocate in tutta Italia, alle donne che fuggono da situazioni di violenza. L’autodeterminazione economica è determinante per costruire una nuova vita libera dalla violenza. Si tratta della prima esperienza di questo tipo in Italia. Ad oggi sono state assunte 30 donne.
E’ stata presentata nel corso del Convegno “Donne e Lavoro. Quale innovazione sociale per uscire dalla crisi?” promosso dalla Consigliera di Parità della Regione Lombardia la ricerca dal titolo “Definizione di un modello lombardo a sostegno dell’occupazione femminile per la promozione delle pari opportunità. Indicazioni per una strategia di sistema”.
Si è tenuto il 19 novembre a Roma dalle 10 alle 16.30 presso l’Aula Magna Luiss in viale Pola, 12 , il 3° Forum Nazionale Valore D “Il coraggio per crescere. L’Italia che ce la fa”.
Nell’ambito del Piano Strategico Metropolitano è stato promosso il Festival della Cultura Tecnica, ciclo di iniziative che si terrà a Bologna tra l’8 novembre e il 15 dicembre.
Le 10 migliori esperienze di uso delle tecnologie, volte a migliorare la qualità della vita delle donne…
È una particolare forma di prestazione di lavoro che prevede la copertura di una medesima singola posizione lavorativa con la prestazione, part-time di due dipendenti in modo da coprire le 8 ore giornaliere.
E’ stato pubblicato lo studio EIGE – European Institute for Gender Equality “Gender equality and economic independence: part-time work and self employment”. Il report evidenzia alcune tendenze importanti: il tempo parziale facilita la partecipazione al lavoro delle donne e degli uomini, poichè facilita la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Tuttavia le donne sono sovra-rapresentate nel lavoro part-time, con un effetto negativo sulla loro indipendenza economica.
C’è un paradosso nel rapporto tra donne e Internet in Italia. Se la disparità di accesso che caratterizza i nati degli anni Cinquanta si è colmata, portando la generazione degli under 30 a una parità di genere nell’utilizzo del web, quando si tratta di trarre vantaggio economico da Internet, le donne diventano una esigua minoranza. Nella scarsità dei dati disponibili, gli studiosi sono tutti d’accordo su un punto: le donne superano gli uomini nella comunicazione sui social network, nell’utilizzo dell’ecommerce e anche nel raccogliere finanziamenti via web (sebbene poi a finanziare i progetti siano all’80 % uomini), ma quando si tratta di entrare nella sala di comando dell’economia del futuro — quella che, promettono gli analisti, entro il 2016, potrebbe portare 4,2 trilioni di dollari nei Paesi del G20 — le donne italiane restano fuori.
In attesa di veder partire il bonus bebè da 80 euro previsto dal disegno di legge di Stabilità, il governo corregge il tiro sul voucher «dimenticato», quello per pagare la baby sitter o l’asilo nido. Il meccanismo era stato introdotto in via sperimentale nel 2012, collegato alla riforma del lavoro targata Fornero: 300 euro netti al mese per sei mesi versati alle madri che, finita la maternità obbligatoria, decidevano di rientrare in azienda.